Assicurazioni e prestiti. La paura di ammalarsi e il boom di polizze e finanziamenti

Marche seconda regione d’Italia per l’indebitamento di natura sanitaria. La testimonianza di un assicuratore: "Trend in crescita soprattutto dopo il Covid, molti chiedono la copertura di cure e visite".

Assicurazioni e prestiti. La paura di ammalarsi e il boom di polizze e finanziamenti

Assicurazioni e prestiti. La paura di ammalarsi e il boom di polizze e finanziamenti

Anche gli ascolani hanno sempre più paura di ammalarsi e di non riuscire ad accedere alle cure mediche garantite dallo Stato. Questo trend si sta verificando in regione, e in particolar modo in città, dove nell’ultimo anno sono state registrate impennate di richieste per polizze assicurative, indebitamenti e richieste di prestito. Disastri ambientali e cambiamento climatico, ricordo del periodo pandemico, difficoltà burocratica e lentezza nelle prestazioni mediche pubbliche: tutto ciò non ha fatto altro che incrementare un clima di incertezza e paura in cui chi può permetterselo cerca di correre ai ripari e chi non può permetterselo si arrampica sugli specchi.

I dati risultanti dall’indagine di Facile.it e Prestiti.it, evidenziano come le Marche siano la seconda regione in Italia per richieste di prestiti personali destinati a pagare le cure mediche. Nel 2023, il 5,14% dei finanziamenti richiesti nella regione è stato per coprire costi legati alla salute, con un aumento di quasi il 7% rispetto al 2022. La media nazionale si attesta invece al 4,70%. I cittadini marchigiani, perciò, si ritrovano costretti a fare debiti per curarsi, con richieste che si aggirano intorno ai 6mila euro.

L’importo medio dei prestiti richiesti è infatti di 5.659 euro, una cifra non irrisoria se si considera che serve a sopperire una mancanza che arriva da un servizio tecnicamente garantito dallo Stato.

Ma non solo la preoccupazione dei cittadini dimostra la gravità della situazione della sanità italiana: le attese per le prestazioni sanitarie nel sistema pubblico si aggirano intorno agli 81 giorni nel centro Italia, valore superiore alla media nazionale, che invece è arrivata a circa 77 giorni.

Ritardi, difficoltà pratiche e burocratiche spingono i cittadini a rivolgersi alla sanità privata, con costi che non tutti possono permettersi. E stupisce anche il fatto che a farlo siano i giovani adulti, dunque tecnicamente una delle fasce d’età meno a rischio: i quarantenni. Sempre dalla stessa analisi emerge poi che il 45,4% delle richieste di prestito per spese sanitarie proviene da donne, una percentuale nettamente superiore alla media rispetto alle altre tipologie di prestito, media che si fissa sui 30,3%. E se chiedere un prestito è, per chi non può permettersi i costi, l’unica soluzione, per chi invece ha una situazione economicamente più agiata la risposta è sicuramente rivolgersi ad un’agenzia assicurativa.

"Non c’è stata una crescita, ma una vera e propria impennata di richieste che arrivano da persone spaventate dal Covid e non solo, in particolare nell’ultimo anno" commenta un assicuratore attivo in zona. Il motivo dell’impennata?

"Probabilmente è legata ai limiti per l’accesso alla sanità pubblica, perché sono aumentate le richieste per tutte le tipologie, non solo per le piccole assicurazioni. Non sono poche le richieste per le grandi polizze, dove una famiglia spende anche 2mila euro di assicurazione. Ovviamente non possono permetterselo tutti". Il settore sanitario diventa quindi il quello su cui si cerca più precauzione, e tra le differenti tipologie la più frequente è la polizza di ‘rimborso spese sanitarie’, ovvero una copertura degli eventuali costi medici non pubblici.

"Tantissimi chiedono questo – continua il professionista ascolano –. E non si tratta di polizze poco costose, visto che partono in genere dai 600 o anche dai 700 euro. Poi per questo tipo di assicurazioni la base di calcolo non è solo lo stato di salute ma anche l’età: quindi più sei giovane meno paghi".

"Un quarantenne – spiega ancora l’assicuratore – pagherebbe pro capite 500 - 600 euro, ma invecchiando si arriva facilmente ai mille, anche 1500 euro".

E se per curarsi si spende di più, la richiesta delle polizze sulla ‘vita temporanea caso morte’ (Ctm ndr.) rimane una costante, con costi che negli ultimi dieci anni vanno leggermente abbassandosi. Va però sottolineato che, in ogni caso in tanti chiedono e si approcciano alle agenzie, ma non sono tantissimi quelli che portano avanti l’accordo, per via dei costi.

Ottavia Firmani