Battaglia del Montepulciano. La Cia: "Un danno per tutti"

Anche gli agricoltori di Ascoli, Fermo e Macerata contro la decisione del Governo: "La scelta dell’Abruzzo avrà un impatto negativo sul Piceno".

Battaglia del Montepulciano. La Cia: "Un danno per tutti"

Battaglia del Montepulciano. La Cia: "Un danno per tutti"

Non si placano le polemiche dopo la decisione del ministro Francesco Lollobrigida dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare di limitare l’uso del termine ‘Montepulciano’ ai soli vini prodotti in Abruzzo. A schierarsi all’interno del corposo fronte del ‘No’ capeggiato dall’imprenditrice Angiolina Piotti Velenosi titolare dell’omonima azienda vitivinicola, che ha pure delle vigne nel territorio abruzzese, è arrivata ieri anche la posizione della Cia Agricoltori che si è espressa apertamente in modo contrario: "La revisione delle regole sull’etichettatura – hanno scritto in una nota – avrà un impatto negativo sull’immagine della viticoltura nel territorio Piceno. Per questo diciamo NO alla limitazione della denominazione al solo Abruzzo". Una posizione ferma, insomma, quella della Cia, Agricoltori provinciale di Ascoli, Fermo e Macerata in merito alle norme introdotte dal ministro del 26 ottobre 2023, che consentono l’uso della denominazione Montepulciano ai soli produttori abruzzesi, obbligando tutti gli altri all’uso della denominazione Cordisco. "Riteniamo che ormai la denominazione sia consolidata nel territorio – ha proseguito la Cia – e le nuove norme avranno un impatto negativo sull’immagine della viticoltura nel territorio, in particolare Piceno". E proprio in questi giorni la Regione Marche ha reso noto che l’assessore all’Agricoltura Andrea Maria Antonini è impegnato a ricondurre sui binari della leale e proficua collaborazione che, tradizionalmente, sussiste tra le Regioni e tra i produttori vitivinicoli, la comprensibile preoccupazione per le norme introdotte dal Decreto che ribadisce: "Alla luce della revisione delle regole sull’etichettatura, l’utilizzo del sinonimo Cordisco, peraltro introdotto senza alcun preliminare confronto con le Regioni, rischia di legittimare una regione a impedire ad altre l’uso del nome di un vitigno che, invece, è regolarmente e storicamente coltivato e conosciuto".

"Le denominazioni Rosso Piceno e Montepulciano d’Abruzzo sono emblematiche di questo processo virtuoso – concludono dalla Cia –. È chiaro che nella denominazione Rosso Piceno l’oggetto della tutela è il territorio Piceno, mentre nel caso di Montepulciano d’Abruzzo, l’oggetto della protezione è l’area regionale "Abruzzo" e non certamente "Montepulciano" che è anche il nome di un borgo che è iconico per la Toscana. Inoltre, spiegare un vino attraverso l’uso di un sinonimo desueto, al punto da essere sconosciuto come Cordisco, rischia di confliggere anche con il principio di trasparenza e corretta informazione che la nuova etichettatura persegue con l’inserimento anche di QR code per agevolare la tracciabilità".

Valerio Rosa