Battaglia Montepulciano:: "Audizione alla Camera"

Relazione del presidente del Consorzio Vini Piceni, Giorgio Savini, davanti alla Commisione Agricoltura: "Difendiamo i nostri diritti".

Battaglia Montepulciano:: "Audizione alla Camera"

Battaglia Montepulciano:: "Audizione alla Camera"

E’ stata una relazione decisamente appassionata quella del presidente del Consorzio Vini Piceni, Giorgio Savini, davanti alla XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati presieduta dall’onorevole Mirco Carloni. Una audizione richiesta per poter esporre le motivazioni che spingono a sostenere la modifica dell’articolo 44 della Legge sul Testo Unico ‘Vite e vino’ che riammetterebbe l’utilizzo dei vitigni che fanno parte integrante di un vino Dop tra cui il Montepulciano. Hanno partecipato alle audizioni anche Tito Cieri, funzionario del Dipartimento agricoltura della Regione Abruzzo; l’assessore regionale all’agricoltura Andrea Maria Antonini e vari rappresentanti dei produttori di vino Montepulciano delle regioni Lazio, Marche, Molise, Puglia e Umbria. E alla fine dell’incontro è sembrato trasparire un cauto ottimismo.

"Essere riusciti ad esprimere la nostra opinione nella commissione parlamentare apposita è stato un grande traguardo – ha dichiarato il presidente Savini arrivato a Montecitorio insieme al direttore Armando Falcioni – In audizione abbiamo spiegato che la possibilità di indicare il termine ‘Montepulciano’ sull’etichetta dei nostri vini significa soltanto rispettare uno specifico regolamento Ue, che recita che i vitigni non sono proprietà privata bensì patrimonio di tutti. Siamo stati a Roma per difendere questo diritto dei produttori delle nostre denominazioni di origine, in particolare nel Rosso Piceno Dop, il rosso più diffuso delle Marche, e nell’Offida Rosso Docg, tutelati da questo Consorzio, di far conoscere realmente la composizione ampelografia delle nostre Denominazioni. Riteniamo paradossale che all’atto della descrizione dei vitigni che sono alla base dei nostri disciplinari, dove il Montepulciano può arrivare fino all’85%, dovremmo glissare come generico vitigno a bacca rossa. La nostra è una battaglia in difesa della trasparenza e correttezza nei confronti del consumatore delle nostre Dop che ha il diritto di conoscere la reale composizione dei nostri vini e, quindi, non è un affronto al comparto abruzzese a cui, nelle misure in cui il termine ‘Montepulciano’ viene ammesso, non può far concorrenza o creare confusione. La confusione verrebbe creata solamente se si ammettesse il suo sinonimo, ovvero il ‘Cordisco’, nome riesumato dal dimenticatoio, di cui non si trova traccia nei Disciplinari. A questo punto sarebbe opportuno chiedere un incontro con il Ministro Lollobrigida per confermare quanto da noi sostenuto in Commissione".

Valerio Rosa