Case basse, il Comune accantona l’idea di acquistarle: non ci sono risorse

Da via Laberinto a via Cairoli: il Circolo sambenedettesi aveva lanciato un appello.

Il Comune non acquisterà nessuna delle case basse presenti in riviera. Gli storici manufatti, oramai divenuti una rarità, non saranno oggetto di trattative fra l’amministrazione comunale e i privati proprietari perché in Viale De Gasperi mancherebbero le risorse economiche per acquisirle e anche le opportunità per intercettare fondi. Via Laberinto, via Cairoli, via degli Orti e via Palestro: le abitazioni storiche o i gruppi di abitazioni presenti in queste strade dovrebbero essere acquistate dal comune a prezzo di mercato, e il vertice municipale non avrebbe alcuna intenzione di farlo, né potrebbe chiedere risorse ministeriali o al Pnrr, dato che al momento si tratta di beni privati. A lanciare un accorato appello per la tutela di questi fabbricati è stato, nei mesi scorsi, il Circolo dei Sambenedettesi: dietro impulso del presidente Gino Troli, l’associazione esortò il civico 124 di Viale De Gasperi ad avviare iniziative per fare in modo che le case basse rimaste non venissero trasformate, in futuro, in palazzine. Dal canto suo, l’ente avviò un censimento di questi beni, ma a parte questo qualsiasi altra operazione si sarebbe rivelata un vicolo cieco. La ‘casa bassa’ rappresenta la tipica abitazione marinara della costa marchigiana. Questo particolare tipo di manufatto, definito e classificato in base alle sue caratteristiche morfologiche dimensionali, è più o meno equamente diffuso su tutto il litorale e rappresenta spesso la tipologia predominante nei borghi marinari che si sono sviluppati tra la fine del XVII e il XIX secolo. In riviera si parla di abitazioni di piccole dimensioni, con un modulo base di 3,5 metri per 8, composte dal solo piano terra e solitamente monolocale. Non tutte avevano un bagno, ove presente, era formato da un buco sul muro direttamente collegato con una fossa assorbente esterna. Le case basse non avevano acqua corrente, e tutta l’illuminazione proveniva dall’unica finestra presente sulla facciata. Com’è facile immaginare, l’arredamento era ridotto al minimo indispensabile e, solitamente, presentava un semplice tavolo con qualche sedia, accanto ad un camino per cucinare, un letto e pochi altri strumenti di lavoro. I materiali di costruzione erano anch’essi poveri e spesso le abitazioni erano prive di pavimento, realizzato con semplice terra battuta. Ogni progetto su questo fondamentale patrimonio è stato accantonato, a meno che, improbabilmente, non vengano trovate in bilancio le risorse necessarie.

Giuseppe Di Marco