Chalet e rischio Bolkestein: "Ma ora non c’è tempo per avviare le gare"

Bufera anche in riviera dopo lo stop del Consiglio di Stato alla proroga concessa da Meloni. Confesercenti: "Stupore". Antonini: "Aspettiamo Roma".

Chalet e rischio Bolkestein: "Ma ora non c’è tempo per avviare le gare"

Chalet e rischio Bolkestein: "Ma ora non c’è tempo per avviare le gare"

Che la direttiva Bolkestein fosse la spada di Damocle dei balneari si sapeva già. Ma la nuova tegola del Consiglio di Stato è caduta sulla categoria in modo inaspettato, tanto più che la stagione balneare entrerà nel vivo fra poche settimane. È del 30 aprile scorso la sentenza con cui l’organo di rilievo costituzionale ha rigettato il ricorso di un balneare di Rapallo sottolineando come la concessione sia scaduta il 31 dicembre 2023, e che quindi debba essere riassegnata al più presto tramite procedura di evidenza pubblica. Nel sancire ciò, il Consiglio di Stato ha anche rimarcato come la risorsa spiaggia sia scarsa. Parole che indubbiamente faranno giurisprudenza, rievocando lo spettro che si aggira per il litorale italiano da 17 anni a questa parte. "Mi stupisco della sentenza – dice Sandro Assenti, presidente regionale di Confesercenti – la magistratura è entrata nel merito anche se non è ancora pronta la mappatura delle risorse demaniali. Penso sia giusto capire quanta spiaggia c’è, prima di affermare una cosa del genere". "Per quest’anno – spiega Assenti – non credo ci sia tempo sufficiente per avviare le procedure di evidenza pubblica, anche perché mancano le necessarie norme tecniche nazionali che le amministrazioni locali dovrebbero recepire prima di fare questo passo".

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Bruno Gabrielli: "Non c’è un regolamento, e d’altronde noi abbiamo stabilito la proroga alle concessioni per conto delle istituzioni sovraordinate – aggiunge l’assessore all’urbanistica di San Benedetto – per quanto ritenga che le sentenze vadano applicate, auspico che la regione si attivi con un tavolo per fare il punto della situazione. Questo documento va studiato alla luce delle dinamiche governative e statali in corso". Un invito, quello dell’amministratore sambenedettese, che viene accolto da Palazzo Raffaello: "In passato abbiamo già portato avanti il confronto con gli imprenditori sulla questione – dichiara l’assessore regionale Andrea Antonini – questa sentenza sarà lo spunto per convocare nuovi incontri, con il collega Goffredo Brandoni, per capire quanto sia vincolante. Come amministrazione regionale siamo rimasti a quanto ha riferito il governo di Roma, che sta effettuando la ricognizione sulle risorse demaniali disponibili". "Personalmente ritengo strano che ci si esprima prima che l’opera di mappatura sia conclusa". Insomma, il risultato è il solito caos: le associazioni di categoria si appellano alle istituzioni, che di fatto fissano la scadenza delle concessioni. Le amministrazioni locali, dal canto loro, sentono montare la pressione di una questione molto più grande delle singole realtà territoriali. Le regioni evocano la concertazione con l’autorità governativa. I titolari degli stabilimenti balneari navigano in un mare di dubbi, nutrendo in particolar modo quelli che riguardano gli organi politici, impegnati in un braccio di ferro senza fine con l’Europa. La sensazione è che la vicenda stia per giungere ad una svolta, viste anche le sentenze gemelle del Consiglio di Stato, risalenti al 2021, e quella della Corte di Giustizia Ue, che ha ribadito la necessità di procedere con le ‘aste’ pubbliche.

Giuseppe Di Marco