FLAVIO NARDINI
Cronaca

Dominio Fioravanti. Il bis è straripante, volano i fedelissimi. Debacle per Nardini

Il sindaco confermato con il 74,13%. Volano Fratelli d’Italia e la sua lista. Crollo incredibile dei 5 Stelle, il Pd dimezza i voti rispetto alle Europee.

Dominio Fioravanti. Il bis è straripante, volano i fedelissimi. Debacle per Nardini

Dominio Fioravanti. Il bis è straripante, volano i fedelissimi. Debacle per Nardini

Doveva essere una vittoria scontata, è diventata una goleada. Marco Fioravanti è stato confermato sindaco di Ascoli per il secondo mandato con il 74,13%. Un dominio assoluto che gli permetterà di avere una forza senza precedenti al prossimo consiglio comunale. La voce grossa l’hanno fatta il suo partito e la lista che porta il suo nome, meglio non avrebbe potuto chiedere. Dopo l’antipasto alle Europee, quando già domenica notte Fratelli d’Italia aveva brindato in città con quasi il 40%, è arrivato il bis alle Comunali seppur con un voto gioco forza più diviso. Debacle storica per l’avversario, Emidio Nardini, e per i suoi compagni d’avventura. Il cardiologo ha affrontato questi mesi troppo timidamente e con un campagna di comunicazione fatta di slogan difficili da comprendere a primo impatto. Nardini si è anche lamentato di una scarsa affluenza, visto che è scesa di due punti abbondanti rispetto a cinque anni fa (67,98% rispetto al vecchio 70,29%). Resta un bagno di sangue generale: il Movimento 5 Stelle passa da primo a ultimo partito della città in un lustro (dall’11.10% delle comunali 2019 all’attuale 3,05%), e qualcuno dovrà spiegare perché sono state affidate le chiavi di un giocattolo che negli ultimi anni aveva sempre funzionato nelle mani quasi esclusive di Feliziano Ballatori, vero uomo ombra della coalizione di Nardini. Male, malissimo, anche il Partito Democratico: più che dimezzati i voti comunali rispetto alle Europee. I dem si sono fermati al 10,65%, addirittura peggio di cinque anni fa quando già era stato toccato il fondo. E la polemica con Michele Franchi, sindaco di Arquata che nel Piceno è andato benissimo nonostante a suo avviso sia stato penalizzato dai suoi compagni di partito piceni, rischia di lasciare degli strascichi. La buona volontà di chi ci mette la faccia più di tutti (in questo caso i segretari provinciali e comunali Ameli e Procaccini) non basta più. E la sensazione è che siano legati troppo a vecchie volpi ancora dentro al partito. Insomma uno schiaffone che potrebbe avere conseguenze. In discesa (6,88%), infine, la lista del candidato sindaco Ascolto&Partecipazione, mentre Ascoli Bene Comune chiude con l’amara soddisfazione di non essere l’ultima forza della città perché ha preso 11 voti più del Movimento 5 Stelle (3,09%).

La partita più interessante, come previsto, era quella interna alla destra. E qui c’è qualche big che rischia di prendere una sportellata inaspettata. Di sicuro c’è già chi può sorridere, come gli assessori uscenti Massimiliano Brugni e Marco Cardinelli, oltre all’ormai ex presidente del consiglio comunale Alessandro Bono. E la classifica delle varie liste lo conferma: al primo posto Fratelli d’Italia con il 16,46%, poi Fioravanti sindaco con il 14,43%, quindi grande risultato per Noi Ascoli (10,10%) che supera la Lega (8,50%). Resiste Forza Ascoli di Gianni Silvestri (6,80%), mentre è in linea con il risultato di cinque anni fa, quando erano con Celani, la lista dei fratelli Lattanzi che chiude al 5,84%. Più indietro Noi Moderati (5,50%) ma soprattutto Forza Italia (4,99%), di sicuro il partito della maggioranza da cui ci si aspettava molto di più, anche visto il risultato delle Europee. Fanalino di coda la lista Ascoli Green guidata dalla pediatra Maria Luisa Volponi: appena 987 voti per il 3,72%.

Mai come questa volta, però, è stata la vittoria di Marco Fioravanti. Il sindaco che conquistò la città cinque anni fa soltanto al ballottaggio con Piero Celani, mese dopo mese si è costruito un indice di gradimento sempre più alto. Le classifiche lo mettono tra i più amati d’Italia da tempo e lui è arrivato passo dopo passo a questo successo investendo tantissime ore in mezzo alla gente. Un legame con gli ascolani che è diventato inscalfibile, dai semplici tagli del nastro o inaugurazioni dei negozi, ai cinque minuti di ascolto per qualsiasi cittadino, fino ai vari ’caffè con il sindaco’ che hanno dato possibilità a tutti di poter dire la propria.

Ma se nel primo mandato c’è stato un momento in cui la Lega si sentiva così forte da poter cospirare, o quantomeno alzare la voce al bisogno, ora il sindaco ne esce con pieni poteri. Sarà lui a dare totalmente l’indirizzo in questi cinque anni, più di quanto ha già fatto negli scorsi. Ne esce più forte e con tanti progetti che ora chiedono di essere conclusi. Le partite aperte sono tante, basta pensare alla Carbon o alla curva dello stadio, passando per la riqualificazione di piazza Arringo alla sicurezza definitiva di troppe scuole ancora da sistemare. Insomma, si apre un nuovo capitolo, e gli ascolani lo hanno chiesto a voce altissima. Resta una piccola, piccolissima opposizione e questo, forse, è il vero grande problema anche per lo stesso Fioravanti. Perché un’opposizione forte sa essere anche da stimolo per chi governa. Staremo a vedere. Intanto passata la sbornia elettorale già oggi è l’ora di rimettersi al lavoro per il futuro di Ascoli.