Green pass col trucco Patteggiano in sette

Inchiesta sulla farmacia di Appignano, l’avvocato: "Agito in buona fede"

Green pass col trucco  Patteggiano in sette

Green pass col trucco Patteggiano in sette

Hanno patteggiato alla pena di 10 mesi di reclusione 7 delle 19 persone indagate dalla Procura di Ascoli nell’ambito dell’inchiesta sui Green Pass che venivano favoriti presso la farmacia Angelini di Appignano. Delle restanti 12 persone alcune chiederanno di essere processate con rito abbreviato; se ne parlerà a dicembre prossimo quando il giudice Matteo Di Battista ha fissato per la prosecuzione dell’udienza preliminare. Tra le persone che hanno patteggiato ci sono 5 clienti della farmacia e una delle due collaboratrici del dottor Alberto Angelini, principale indagato. Angelini, che nega ogni responsabilità, è accusato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Secondo l’impianto accusatorio, quale farmacista e legale rappresentante della farmacia Angelini di Appignano autorizzata ed accreditata dal Servizio sanitario regionale all’esecuzione dei tampone antigenici per il Covid 19, avrebbe falsamente attestato al sistema informatico ’Tessere sanitarie’ esiti diagnostici di tamponi antigenici mai eseguiti alle 20 persone indagate a loro volta. In questo modo avrebbe indotto in errore il Ministero della salute che ha rilasciato a queste persone il Green Pass comprovante la negatività alla malattia o la guarigione dalla stessa.

Un meccanismo posto in essere dall’8 dicembre 2021 al 28 febbraio 2022. Le due collaboratrici del farmacista sono accusate di aver concorso col dottor Angelini in alcuni casi a lui contestati, inserendo i relativi dati nel sistema informatico ’Tessere Sanitarie’. I 16 pazienti sono anche loro accusati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici in concorso con Alberto Angelini nell’attività di rilascio della certificazione verde, avendo richiesto al farmacista di Appignano di "attestare falsamente l’effettuazione tamponi con esito negativo o positivo e di registrare i relativi esiti sulla piattaforma informatica ’Tessere sanitarie’". In questo modo avrebbero ottenuto la certificazione comprovante la negatività o la positività al Covid 19. "Il mio assistito ha operato con correttezza e in perfetta buona fede e lo dimostreremo nelle sedi opportune" continua a sostenere l’avvocato Alessandro Angelozzi (nella foto), difensore di Angelini. "Ha sempre effettuato tutti i tamponi nelle forme prescritte – aggiunge l’avvocato Angelozzi – Tenendo anche conto che nella via principale c’era grande traffico, molti tamponi sono stati eseguiti nella parte posteriore della farmacia, con modalità drive in".