Il sindacato della polizia: "Ultras, violenza sfiorata"

Duro attacco dei rappresentanti del sindacato autonomo contro le questure: "Sabato appena 4 agenti con le tifoserie picene e doriche in autostrada".

Il sindacato della polizia: "Ultras, violenza sfiorata"

Il sindacato della polizia: "Ultras, violenza sfiorata"

I questori di Ascoli e Ancona sono poco interessati agli accompagnamenti dei tifosi? E’ quanto chiedono il segretario provinciale del Sindacato autonomo di polizia (Sap) di Ancona Filippo Moschella e quello di Ascoli Massimiliano d’Eramo. Una polemica che riguarda l’accompagnamento delle tifoserie in occasione di partite di calcio. "Dopo gli scontri di un anno fa che videro coinvolti gli pseudo tifosi della Roma fronteggiarsi con quelli del Napoli, salì la rabbia di vivere nel paese ’del giorno dopo’. Oggi – scrivono i due sindacalisti – a distanza di un anno, sembra che ci si sia dimenticati di tutto ciò che accadde e che colpì particolarmente l’opinione pubblica. Sembra che anche i vertici della polizia delle province di Ancona e Ascoli non vedano infatti l’utilità dei servizi di "accompagnamento in sicurezza" ai tifosi, nonostante le circolari ministeriali siano abbastanza chiare sulla loro attuazione per evitare possibili danni, reati predatori nelle aree di servizio autostradali ma soprattutto cercare di scongiurare gravi scontri tra le opposte tifoserie in mezzo alla strada". I sindacalisti ricordano infatti, che nel pomeriggio di sabato 25 novembre scorso gli 800 tifosi ascolani diretti a Reggio Emilia, accompagnati da 4 operatori della Questura di Ascoli, e gli oltre 800 tifosi dell’Ancona diretti a Ferrara, hanno attraversato il medesimo tratto autostradale "senza alcun servizio di O.P. della Questura di Ancona. Non c’è bisogno di spiegare al cittadino, ma soprattutto agli addetti ai lavori, cosa sarebbe potuto accadere se le tifoserie dell’Ancona e dell’Ascoli, animate da una rivalità storica, si fossero incontrate nelle aree di servizio autostradali".

"Questi ’ragionieri’ della polizia di Stato, che in caso di incidenti potrebbero essere fra i primi a cercare un capro espiatorio e dire ’ve lo avevamo detto’, pare che abbiano dimenticato il valore della prevenzione, attività che non li fa apparire sui quotidiani; quindi – aggiungono Moschella e d’Eramo – li esortiamo ad avere il coraggio di dire alle rispettive cittadinanze che la polizia di Stato nella nostra regione, forse per le poche risorse a disposizione, non è più in grado di garantire la sicurezza pubblica al passaggio delle tifoserie. A questi signori, che hanno scambiato la loro posizione dirigenziale per uno ’status simbol’ da ostentare, consigliamo di prendere esempio da chi ha un atteggiamento più coscienzioso ai doveri ed allo spirito della professione che tanto amiamo".