In centro è quasi solo food: "Aiuti a chi apre in altri settori per riequilibrare l’offerta"

Ma non ci sarà una stretta su bar e ristoranti. Stallone: "In questi anni è stato ricreato quel movimento di giovani e di adulti che era diminuito. Le attività sono state da traino".

In centro è quasi solo food: "Aiuti a chi apre in altri settori per riequilibrare l’offerta"

In centro è quasi solo food: "Aiuti a chi apre in altri settori per riequilibrare l’offerta"

Incentivi per nuove aperture di attività che siano in grado di riequilibrare l’offerta commerciale in centro storico. In questo modo, l’Arengo ha intenzione di intervenire per colmare le carenze del settore presenti in città, e per ridurre il distacco con il food (bar, ristoranti, pizzerie, friggitorie) che invece abbonda. Solo nelle due piazze principali i numeri sono eloquenti al riguardo: in piazza del Popolo il food batte le altre tipologie di attività commerciali per 11 a 8, in piazza Arringo addirittura per 10 a 1. In quest’ultima, praticamente, ci sono solo esercizi pubblici. Ma di esempi da fare di ciò che manca ce ne sarebbero diversi. Con la chiusura di Intimissimi in piazza del Popolo, tanto per farne uno, nel cuore delle ‘cento torri’ scarseggiano i negozi che vendono l’intimo, così come con la chiusura di Master (Balloni sport ha abbassato le serrande in via Vidacilio già da qualche anno) è diminuita anche l’offerta degli articoli sportivi e per la montagna, per non parlare dell’elettronica, praticamente assente. Al fine di capire in cosa il centro di Ascoli scarseggia dal punto di vista commerciale, il Comune ha organizzato un convegno nel corso del quale sarà presentato il censimento delle attività.

"A breve – dice l’assessore al commercio, Nico Stallone – faremo un convegno per la presentazione del censimento di tutte le attività del centro, e in base ai risultati daremo incentivi per nuove aperture che vadano a equilibrare l’offerta. Un esempio di aiuto potrebbe essere quello di non fare pagare la Tari per tre anni. Il secondo passo è quello di dare un sostegno, dal punto di vista della tassazione, alle attività storiche che resistono da tantissimi anni, e infine, come terzo step, abbiamo intenzione di contattare le catene di moda per spingerle ad aprire in centro con la proposta di agevolazioni. E se questo non funzionerà, chiederemo loro di essere presenti, anche solo con dei corner, in un punto vendita comune. In ogni caso l’obiettivo è quello di andare a riequilibrare la proposta commerciale".

Per quanto riguarda, invece, il proliferare del food, l’assessore Stallone ha una sua idea: "Benché la volontà del Comune sia quella, in futuro, di iniziare un po’ a limitare le aperture dei pubblici esercizi così da riequilibrare l’offerta, credo che il food sia comunque servito, in questi anni, a ricreare quel movimento di giovani e di adulti che era diminuito. Queste persone vengono in centro per mangiare, ma poi passeggiano, guardano le vetrine dei negozi e acquistano. Vedo il food come un traino e non come un nemico. Una città turistica ha bisogno anche dei bar e dei ristoranti, in quanto richiamano gente per la convivialità. E poi, credo anche che per frenare la chiusura dei negozi bisognerebbe fare un discorso sulla qualità della proposta".

Lorenza Cappelli