Inchiesta corruzione in Provincia. Gli atti adesso tornano in Procura

Attività investigativa sulla presunta corruzione e abuso d'ufficio coinvolge quattro indagati legati alla Provincia di Ascoli. Eccezione legale ritarda il rinvio a giudizio. Guardia di Finanza coinvolta nell'operazione 'Do ut des'.

Inchiesta corruzione in Provincia. Gli atti adesso tornano in Procura

Inchiesta corruzione in Provincia. Gli atti adesso tornano in Procura

Tornano in Procura gli atti riguardanti l’inchiesta a carico di quattro persone, indagate rispettivamente nelle vesti di dirigente della Provincia di Ascoli, una dipendente dello stesso ente, un imprenditore e un soggetto esterno alla pubblica amministrazione. A tutti il pm Saramaria Cuccodrillo contesta, a vario titolo, le accuse di abuso d’ufficio e corruzione nell’esercizio della funzione; i primi tre devono rispondere anche di truffa ai danni di un ente pubblico, in questo caso la Provincia di Ascoli, parte civile. Per tutti la magistratura ascolana ha chiesto il rinvio a giudizio, ma ieri il giudice delle udienze preliminari Barbara Caponetti ha accolto un’eccezione presentata dall’avvocato Mauro Gionni, alla quale si sono associate anche le altre difese, ed ha disposto l’invio degli atti in Procura. L’avvocato Gionni aveva eccepito la nullità della richiesta di rinvio a giudizio "poiché – ha spiegato – come previsto dall’articolo 416 del codice di rito, la stessa è nulla se non è preceduta dall’avviso previsto a 415 bis". Il penalista ha aggiunto che "manca anche la forma poiché l’avviso di cui al comma due bis non era contenuto nel 415 bis di cui si è avuta notifica. Quindi non vi è stato alcun avviso dato all’indagato ed al suo difensore che avevano la facoltà di esaminare per via telematica gli atti depositati relativi alle intercettazioni, ascoltare le registrazioni, ovvero prendere cognizione dei flussi di comunicazione e della facoltà di estrarne copia. Non solo. Ma non vi è stato alcun avviso della importantissima facoltà che entro il termine di 20 giorni, avremmo potuto depositare l’elenco delle ulteriori registrazioni ritenute rilevanti e di cui avremmo potuto chiedere copia".

L’inchiesta ’Do ut des’ ha visto impegnata la Guardia di Finanza di Ascoli. Per vicende collocate in un arco temporale di un anno, fra ottobre 2020 e settembre 2021, con il prelievo forzoso di somme di denaro, a copertura di quanto gli indagati avrebbero sottratto alla pubblica amministrazione con la loro condotta finita nel mirino della magistratura. Si tratta di soldi che il sostituto procuratore Cuccodrillo e gli agenti della Finanza ascolana ritengono siano corrispondenti al cosiddetto "prezzo" del reato di corruzione, cioè al denaro offerto e ricevuto dai pubblici dipendenti per compiere atti di ufficio a vantaggio del privato e relativi al perfezionamento di forniture di beni e servizi da parte di una società in favore della Provincia.

p. erc.