La partita della sanità da giocare

Incontro tra i sindaci in arrivo, dai posti letto alla razionalizzazione dei reparti: le richieste di San Benedetto

La partita della sanità da giocare

La partita della sanità da giocare

Ripristino dei 43 posti letto mancanti al ‘Madonna del Soccorso’, equa razionalizzazione di reparti e servizi fra Ascoli e San Benedetto per le funzioni emergenza ed elezione. Saranno questi, in estrema sintesi, gli argomenti che il comune di San Benedetto intende discutere nell’incontro fra i sindaci degli Ambiti Territoriali Sociali 21, 22 e 23, che dovrebbe tenersi fra il 7 e il 15 settembre. Le amministrazioni comunali della costa e dell’entroterra Piceno si ritroveranno un piatto piuttosto ricco, che per il momento è stato solo accennato a grandi linee, e che dovrà essere approfondito nel corso dell’audizione. Per l’ospedale di San Benedetto si chiederà, alla regione Marche, la reintroduzione di 43 posti letto progressivamente persi negli anni, assieme ad un adeguato reintegro di personale medico ed infermieristico. Il nosocomio, inoltre, dovrà essere messo in condizione di affrontare in maniera idonea una nuova ed eventuale pandemia: l’emergenza degli anni scorsi, infatti, ha messo a durissima prova la sanità Picena. Inoltre sarà necessario riordinare il contenuto del ‘Mazzoni’ e del ‘Madonna del Soccorso’, ovvero i reparti ad oggi duplicati, in funzione di una più netta suddivisione dei compiti: ad Ascoli gli interventi programmati, a San Benedetto l’emergenza-urgenza. Tale suddivisione, infatti, non è mai stata effettivamente applicata ai due ospedali, tanto che, ad esempio, in riviera sono presenti unità operative da destinare ad attività elettive, come la Cardiologia Riabilitativa, la lungodegenza con Geriatria e l’Hospice. Viceversa, nella struttura del capoluogo, sono presenti reparti più adatte all’emergenza, come la Cardiologia con Emodinamica, o la Radiologia Interventistica per la Neurologia.

Quest’ultimo reparto, come l’Utic, dovrebbe essere la pietra angolare di un ospedale che tratta le urgenze, mentre ad esempio per l’Ortopedia, che tratta sia emergenze sia interventi programmati, si dovrà decidere sulla base dei dati relativi agli accessi. Infine, sarà fondamentale prevedere una diversa collocazione del personale: nello specifico, meno negli uffici, e più nei reparti che si trovano maggiormente oberati di lavoro. Da risolvere, però, sono anche altre questioni che non hanno direttamente a che fare con al programmazione generale dell’ospedale. Se a San Benedetto devono svolgersi attività relative all’emergenza, è impensabile che rimanga con un Pronto soccorso-Medicina d’urgenza in questo stato. E la maniera migliore per sciogliere questo nodo è, banalmente, l’assunzione di specialisti a tempo indeterminato.

Giuseppe Di Marco