La protesta davanti all’ospedale: "Piano stabilizzazione peggiorato"

La manifestazione indetta da Nursind e Usb: "Così non possiamo abbattere le liste d’attesa"

La protesta davanti all’ospedale: "Piano stabilizzazione peggiorato"

La protesta davanti all’ospedale: "Piano stabilizzazione peggiorato"

Si è svolta ieri davanti all’ospedale Mazzoni di Ascoli la manifestazione indetta da Nursind e Usb sanità per denunciare "l’indifferenza della direzione generale dell’Ast di Ascoli che ha peggiorato il Piano stabilizzazione che con determina pubblicata in data 19 marzo ha ulteriormente diminuito le stabilizzazioni complessive da 150 a 147 e per gli operatori sanitari da 65 a 56. Un vero e proprio attacco alle lavoratrici e lavoratori del comparto". Tanti i lavoratori presenti che hanno sensibilizzato l’utenza sui problemi che – hanno sottolineato gli scioperanti – non riguardano solo i dipendenti della sanità pubblica, ma anche l’utenza che subisce ricadute pesanti.

"Gestire i servizi e abbattere le liste d’attesa in queste condizioni non è possibile" hanno detto i manifestanti, alcuni dei quali operatori sanitari assunti quando è scoppiata l’emergenza Covid e precari per quattro anni. C’è chi è stato stabilizzato lo scorso 1 marzo e chi no ed, anzi, qualcuno è stato mandato via. E’ stato quindi ricordato che la proroga dei contratti in scadenza a fine marzo, come nel caso del personale ausiliario, è ritenuta da NurSind e Usb essenziale data la grave carenza di risorse umane. "È imperativo non perdere nemmeno un’unità di personale attualmente in servizio. Anzi abbiamo necessità di assumere personale aggiuntivo tramite graduatorie di concorso, infermieri, ostetriche, ecc. e da mobilità da altre Aziende Sanitarie". "Ad oggi, invece, il piano del fabbisogno del personale stilato dalla dirigenza Ast – riferiscono hanno spiegato Maurizio Pelosi (Nursind) e Mauro Giuliani (Usb) – sancisce che a fine 2024 perderemo 41 unità di personale, ovvero15 operatori sanitari, 6 infermieri 6 ausiliari 2 operatori tecnici e 12 amministrativi. Riteniamo la prospettiva inaccettabile e chiediamo urgentemente una revisione del piano del fabbisogno".

I sindacati chiedono inoltre l’attivazione di tutto i posti letto certificati dalla Regione Marche (oggi ne mancano oltre 20) e la riapertura del reparto di urologia, di psichiatra, la riattivazione dei posti letto della murg di San Benedetto e le culle della patologia neonatale di Ascoli. "Siamo consapevoli che il percorso non sarà facile, ma siamo pronti ad affrontare le sfide che ci attendono con fermezza e solidarietà. Continueremo a lottare per un ambiente di lavoro più giusto, dove i diritti vengono rispettati e non negati, come ferie o pagamento ore di straordinari".