"La verità su Prencipe e la messa"

L'avvocato Emiliano Ferri precisa che il Gris non è un organo della CEI e che il reverendo Alessio Prencipe non è un prete della Chiesa Cattolica Romana, ma anglo-cattolico. La comunità non è una setta, ma un'associazione di fatto riconosciuta dalla Costituzione.

In merito alle dichiarazioni rilasciate al nostro giornale dalla professoressa Giancarla Perotti, consigliere nazionale del G.r.i.s. incaricata di svolgere approfondimenti sul caso Alessio Prencipe, registriamo la precisazione dell’avvocato Emiliano Ferri per conto del suo assistito. "Anzitutto mi preme precisare che il Gris non è un organo della CEI, ma un’associazione il cui statuto è riconosciuto dalla Cei e non risulta che il Gris abbia alcun incarico di indagine da parte di alcunché, e per quel che ci interessa, nemmeno da parte degli organi inquirenti e giudiziari dello Stato Italiano. E’ opportuno precisare che il reverendo padre Alessio Prencipe non ha mai detto di essere un prete della Chiesa Cattolica Romana, ma ha sempre dichiarato anglo-cattolico. Ci si rende conto che non è di facile comprensione, ma a una lettura dei testi poco meno che approfondita, si potrebbe sapere del fatto che nell’anglicanesimo esistono varie realtà, molte delle quali non in comunione con Canterbury, ma che ugualmente si rifanno alla teologia e alla liturgia anglicana di Canterbury. Inoltre, in Italia la Costituzione riconosce ai singoli il diritto di potersi riunire in una qualsiasi organizzazione, e pertanto chiamandola anche Chiesa, rispettando l’ordine pubblico e le leggi dello Stato. Sono le così dette associazioni di fatto. E questo in virtù dei diritti elementari e fondamentali di libertà riconosciuti dallo stato democratico. Per questo è molto grave l’affermazione che viene fatta quando si definisce la comunità del mio assistito come organizzazione pseudo religiosa, quasi a voler mettere in evidenza che si tratti di una setta. Inutile sottolineare la gravità di tale affermazione, stante il fatto che le sette hanno una loro chiara matrice di violenza, quanto meno psicologica sui propri adepti, e di pericolosità sociale, che di certo non può ascriversi al modus operandi del mio assistito. Il quale, e questo deve essere ben chiaro, non ha mai creato confusione alcuna avendo sempre esplicitato la sua non appartenenza al clero romano; e non solo a parole, ma anche nei simboli dallo stesso usati (in tal senso basta andare sul suo profilo facebook)".