Le strutture sono poche e con carenze di personale

I numeri di un quadro desolante: attrezzature mancanti in un caso su due

Le strutture sono poche e con carenze di personale

Le strutture sono poche e con carenze di personale

Nelle Marche ci sono 66 consultori familiari che offrono servizi a 1milione e quasi 500mila abitanti, e accedervi risulta complesso: gli operatori sono pochi e con poche ore a disposizione, le attrezzature mancano in una struttura su due e solo in 9 sedi su 66 non ci sono medici obiettori di coscienza. Riguardo alla effettuazione dell’Ivg farmacologica, i dati regionali sottolineano che nessun centro ha potuto fornire il dato, visto che, al momento della stesura dell’analisi indagine, ovvero nel giugno 2023, la regione Marche non aveva ancora recepito la circolare ministeriale di aggiornamento del 12 agosto 2020. La mediazione linguistica? Praticamente assente se non in soli 11 consultori su 66. I consultori familiari avrebbero, oltre alla tutela della salute della donna in toto, anche lo scopo di accompagnare chi richiede di interrompere volontariamente una gravidanza, attraverso un consulenza prima della procedura, il rilascio del documento per effettuarla e una successiva consulenza. Inoltre, da agosto 2020, sia gli ambulatori sia i consultori autorizzati dalle regioni, possono effettuare l’aborto farmacologico.

La circolare è nazionale, ma solo il Lazio offre tale opportunità in 4 centri, nelle Marche è impossibile accedere al servizio. Stando ai dati rilasciati nel 2023 dell’Osservatorio sulle diseguaglianze nella salute / Ars Marche, in provincia ci sono 13 strutture, ma solo in due delle 13 strutture lavorano 4 operatori, sebbene le normative nazionali prevedano appunto quattro figure indispensabili per lo svolgimento delle funzioni del centro: ginecologo, ostetrica, assistente sociale, e psicologo. Mentre nelle province di Macerata, Ancona e Pesaro Urbino nella maggior parte delle strutture sono presenti 4 esperti a supporto della tutela della salute delle donne, ad Ascoli e a Fermo la media è di soli due professionisti per centro. E la situazione peggiora se si prendono in analisi i dati relativi alle ore di lavoro: la figura del ginecologo si riscontra nei 13 consultori per un totale di 101 ore settimanali a fronte delle 182,1 ‘necessarie’ secondo la legge, situazione simile per l’ostetrica con 249,1 ore a settimana invece che 364,3. Leggermente più tempestiva la presenza degli psicologi, con una mancanza di ‘sole’ 45,6 ore settimanali. Chiudono però gli assistenti sociali, con 72 ore settimanali effettive a fronte delle 364,3 necessarie, quindi con 292,3 ore in meno rispetto a ciò che decreta la legge. Le poche ore effettuate sono dimostrate anche dalle ore di aperture dei centri: si parla di 11 ore a settimana per 10mila abitanti ad Ascoli, 12 ore a Macerata, 13 a Pesaro Urbino. Sotto la media Ancona e Fermo con 10 ore settimanali.

ott. firm.