Mar Adriatico inquinato. Il biologo: "Cambiamo"

Troppa pesca e plastica in acqua, per migliorare servono nuove abitudini. I bambini? "Sono meno rigidi e più sensibili al tema, sono la nostra speranza".

Mar Adriatico inquinato. Il biologo: "Cambiamo"

Mar Adriatico inquinato. Il biologo: "Cambiamo"

"Il mare Adriatico? L’impatto dell’uomo è alto, c’è troppa pesca e inquinamento da plastiche". Matteo Induti è un biologo marino di San Benedetto. "Ho studiato fuori, ma sono tornato ‘a casa’ sperando di poter dare il mio contributo nello studio e nella valorizzazione del mare che mi ha cresciuto. Sono convinto che la chiave per risolvere molti dei problemi che affliggono il nostro mare sia la passione della cittadinanza: essere un divulgatore non significa solo trasmettere conoscenza, ma accendere la scintilla della curiosità in ciascuno di noi, e con il mio lavoro spero di trasmettere la stessa passione per il mare che mi ha fatto innamorare anni fa".

Fa un lavoro di grande valore in un periodo in cui l’ambiente è centrale nei dibattiti nazionali e europei, com’è la situazione delle acque in zona?

"Fortunatamente, e purtroppo, l’ambiente e il clima sono entrati nel dibattito pubblico ormai in maniera stabile, anche se le circostanze economiche e geopolitiche attuali continuano a distoglierne l’attenzione. Il nostro mare Adriatico, un po’ come tutto il Mediterraneo, non se la passa benissimo: l’influenza negativa dell’uomo, il cosiddetto ‘impatto’, è molto alto e agisce sottoforma di diversi elementi. Oltre alla crisi climatica, che dipende da noi ma riguarda tutto il pianeta, a livello locale le minacce più grandi sono rappresentate dalla pesca eccessiva e dall’inquinamento da plastiche. Il cambiamento è subdolo, perché abbastanza ‘lento’: vediamo che le cose stanno cambiando, ma c’è sempre qualcosa che ci fa pensare ‘dopotutto, anche ieri la situazione era così’. Il rischio è accorgersi che la situazione è compromessa solo quando ormai non si può più tornare indietro".

Cosa si può fare per cambiare la situazione, nel piccolo?

"Cambiare le nostre abitudini quotidiane è la cosa più semplice e anche più difficile del mondo. Pensiamo ad esempio ai tappi di plastica legati alle bottiglie: a mente fredda è una soluzione molto utile, ma danno fastidio quando si usano le prime volte. Lo stesso avviene a livello industriale: sappiamo tutti che le plastiche sono estremamente inquinanti, ma continuiamo ad aumentarne la produzione anno dopo anno. Con delle quantità tanto grandi, è inevitabile che anche stando attenti una parte di queste finisca nel nostro mare. Una possibile soluzione è rappresentata dalle cosiddette ‘3 R’: riciclo, riutilizzo, riduzione. L’obiettivo è quello di eliminare la plastica usa e getta, riducendo la sua quantità a quella strettamente necessaria. Un esempio può essere preferire bottiglie di vetro e borracce riutilizzabili all’acquisto di acqua minerale in plastica. Il passo più difficile da fare è sempre il primo: se però riuscissimo tutti a fare qualcosa in tal senso, vedremo presto che le nostre gocce, insieme, sono davvero un grande oceano".

Ha lavorato con i bambini in occasione di ‘La mia scuola a rifiuti zero’, nell’ambito di Eco-Schools. I più piccoli sono sensibili al tema?

"I più piccoli in realtà sono il pubblico migliore che si possa desiderare, perché sono meno ‘rigidi’ di noi adulti nel cambiare abitudini e sono anche molto curiosi, non si fermano solamente a ciò che viene detto loro. Il mio timore, preparando per loro questi incontri a tema inquinamento e microplastiche, era di annoiarli con concetti e conoscenze che hanno già sentito ripetersi mille volte sia a scuola che a casa. Questo vale anche per noi adulti: quando la nostra mente è satura di informazioni, reagisce staccando la spina. Invece, presentando loro le ricchezze che ha il nostro mare e andando a vedere gli effetti delle plastiche sui singoli animali, ho visto in loro un enorme entusiasmo. Poi abbiamo fatto un’ escursione alla Sentina, per raccogliere macro e microplastiche, scoprendo le bellezze naturali della riserva".

Ottavia Firmani