Nardini spiega il ko: "La città non è pronta, hanno votato in pochi. Manca la curiosità"

Il candidato del centrosinistra aveva ammesso la sconfitta già dopo poche sezioni: "Complimenti al sindaco Fioravanti, abbiamo preso pochissimi voti: sarebbe servito un miracolo".

Nardini spiega il ko: "La città non è pronta, hanno votato in pochi. Manca la curiosità"

Nardini spiega il ko: "La città non è pronta, hanno votato in pochi. Manca la curiosità"

Se in via Cino Del Duca c’è stato un pomposo trionfo, all’altro angolo della strada, distante qualche centinaia di metri, Emidio Nardini chiacchiera con i suoi davanti alla porta della sede elettorale dalle finestre arancioni.

"Non serve aspettare i risultati – dice già quando i seggi scrutinati erano solo 15 –, c’è stata una netta vittoria del sindaco Fioravanti, a cui facciamo i complimenti. Lo riconosciamo, non potevamo fare niente di meglio, forse serviva un miracolo. La nostra proposta non è andata perché probabilmente la città non è pronta ad una democrazia partecipativa in cui i cittadini votanti sono tutti, e non i pochi di queste elezioni. Noi vogliamo continuare a far capire quello che abbiamo proposto, anche se con pochi mezzi, in questa campagna". Questo il commento dell’ex medico candidato sindaco in città per il centro sinistra.

Nardini, cosa poteva essere fatto meglio?

"I risultati sono chiari, non c’è neanche bisogno di aspettare. Visti i risultati di queste elezioni comunali, non si poteva fare meglio, al massimo sarebbe stato utile un miracolo".

Cosa non è andato?

"Quello che non ha funzionato non lo ha fatto perché questa città non è pronta ancora alla nostra idea. E cioè ad un discorso, che è quello che abbiamo impostato durante tutta la campagna elettorale, in cui per la città serve una democrazia partecipativa che richiami le persone a decidere per la propria città. Non qualcuno, ma tutte le persone. I votanti sono stati meno della volta precedente e questo dimostra che c’è una grande fetta che manca all’appello. Però, questo è il gioco delle democrazia. Chi vota decide. E anzi, mi viene da aggiungere che chi non vota decide lo stesso e ha deciso l’altra parte, semplicemente".

Però, il 25,87% l’ha votata. Qual è l’impegno che sente verso queste persone?

"Questa percentuale è pochissimo. Non è quello che ci aspettavamo anche se si diceva nei sondaggi che qualcuno ha fatto. A me tante persone, fino a questa mattina, hanno fatto gli auguri. In tanti hanno creduto in questa possibilità, che però non vogliamo che rimanga una possibilità. Si andrà avanti. Perché continuerà questo lavoro, questo impegno, anche nell’opposizione alla prossima consigliatura".

Prossimo passo?

"Per quello che riguarda l’amministrazione vigente, credo che continuerà su questa falsa riga che è stata improntata in questi cinque anni, sembra essere vincente quindi non credo che verrà cambiata. Per noi, faremo capire quello che abbiamo proposto, con in nostri pochi mezzi ma in maniera molto chiara, e di far continuare a vivere queste idee anche grazie alle forze giovani che ci sono".

Tema campagna elettorale, perché avete scelto l’arancione e l’enigmatica lettera A?

"Gli ascolani avrebbero dovuto capire un po’ di più da quell’ ‘.A’. Abbiamo voluto una cosa così, ma se non ti suscita qualcosa, una curiosità, vuol dire che ci sei molto lontano. Era un ‘punto e accapo, Ascoli’ un cambiamento radicale, ma non è piaciuto, e va bene così. Però, non è stato un difetto di comunicazione, solo, manca curiosità nei cittadini".

Ottavia Firmani