"La specie ‘aliena’ sta soppiantando la nostra, se non agiamo per proteggere le tartarughe europee quello che resta è l’estinzione". Lo zoologo Giorgio Marini, collaboratore della riserva Sentina commenta così la scelta di aderire al progetto ‘Life urca proemys’. "Dal 2013 sto seguendo questo progetto di reintroduzione della testuggine palustre europea, ovvero quella nostrana, che un tempo era comunissima ma che invece adesso è quasi estinta".
Dottor Marini, quali sono le minacce principali?
"Oltre a inquinamento e attività umane sbagliate, ad esempio per la mal gestione dei fiumi o i lavori pubblici poco attenti agli habitat, ad oggi registriamo anche la presenza di specie di testuggini palustri aliene che disturbano, predano le uova e giovani individui, e fanno perdere l’identità genetica delle popolazioni nei vari territori. Poi, l’assenza di piani e di un forte coordinamento delle azioni per la sua conservazione".
Cos’è questa importazione di specie aliene di massa?
"C’è una forte presenza di una specie che proviene dal centro America, con le orecchie rosse o gialle, per le più comuni. È stata importata a milioni in Europa per scopi ornamentali, perché sono molto belle. Però, vengono acquistate quando sono piccole, poco più grandi di una moneta, con la promessa che non cresceranno molto, e invece diventano più grandi della specie autoctona, e soprattutto vivono a lungo, perché sono più resistenti. Così quando la gente si stufa le libera. Piano piano la specie ‘aliena’ sta soppiantando la nostra. Per questo noi alla riserva abbiamo creato una zona idonea e un progetto di reintroduzione che sta andando bene".
Cosa comporta la diffusione di queste tartarughe esotiche?
"Sono molto più resistenti, e c’è una grande competizione tra le due. Occupano gli habitat migliori, quelli rimasti, e prendono il cibo. E poi c’è la questione delle malattie. Le due specie sono affini ma diverse, quelle esotiche sono vettore di malattie per quelle europee che non sono preparate. Dove si insedia l’americana la nostra non riesce a vivere. Questo è quello che vogliamo evitare, e per questo abbiamo aderito al progetto". L’evento è rivolto ai bambini, perché?
"Perché vogliamo sensibilizzazione a non comprare quelle esotiche e a migliorare le zone di habitat presenti, preservandole e curandole. Controllare la diffusione delle esotiche è difficile e ha costi elevati, bisogna separare maschi e femmine per evitare la riproduzione, ma comunque preservare il benessere animale, perché è illegale l’uccisione. Quindi è meglio agire di prevenzione, evitando gli acquisti, perché anche se si tratta di ‘traffici’ legali i danni che comportano sono enormi, e ne abbiamo un esempio con le nutrie, importate per le pellicce e adesso insediate ovunque, o i pappagalli portati qui dall’Africa ora molto presenti a Roma, a posto delle specie nostrane". Ottavia Firmani