GIUSEPPE ERCOLI
Cronaca

Omicidio di Comunanza, chiesta la scarcerazione

Il tribunale del Riesame si è riservato la decisione se accogliere la richiesta di scarcerazione presentata da Claudio Funari, il...

Claudio Funari, il 42enne di Comunanza detenuto al Marino perché accusato dell’omicidio di Renzo Paradisi

Claudio Funari, il 42enne di Comunanza detenuto al Marino perché accusato dell’omicidio di Renzo Paradisi

Il tribunale del Riesame si è riservato la decisione se accogliere la richiesta di scarcerazione presentata da Claudio Funari, il 42enne di Comunanza detenuto nella casa circondariale di Marino perché accusato dell’omicidio di Renzo Paradisi e del tentato omicidio della moglie Maria Antonietta Giacomozzi. Ieri mattina si è svolta l’udienza ad Ancona. Non era presente il procuratore di Ascoli Umberto Monti che ha depositato una memoria ribadendo la necessitò che l’uomo resti in carcere, motivandola fondamentalmente con il pericolo di reiterazione del reato ravvisabile, secondo la ricostruzione del giudice Annalisa Giusti, sull’efferatezza dei reati e quindi sulla pericolosità del soggetto. A questa tesi si è opposto l’avvocato difensore Olindo Dionisi, che non ha obiettato sulla responsabilità di Funari, quanto piuttosto sui gravi indizi di colpevolezza, sui reati così come qualificati. "Lui non era andato lì per uccidere e né aveva premeditato di ucciderlo, quindi siccome i gravi indizi di colpevolezza che il giudice Giusti rinviene sono relativi al reato di omicidio volontario pluriaggravato e premeditato, su questo punto ho prodotto documentazione che dimostrerebbe il contrario, a supporto di quanto dichiarato da Funari nell’interrogatorio".

Secondo l’avvocato Dionisi, quanto accaduto la sera del 23 dicembre è stato tutto conseguenza casuale dell’incidente stradale che Funari ha avuto, per cui ha portato la sua auto dal carrozziere. "Quest’ultimo non c’era e quindi gli serviva un passaggio, aveva il cellulare scarico e dunque è andato dai Paradisi a farsi dare un passaggio come altre volte era successo" prosegue il penalista. Secondo la difesa non c’è pericolo di reiterazione del reato perché "quello che purtroppo è avvenuto è frutto di una lite e, addirittura, dice il mio assistito, di un’aggressione. Quindi siamo in presenza di un fatto occasionale che non denota certo una pericolosità del soggetto che è incensurato". L’avvocato Dionisi ha quinti ribadito la richiesta di concessione degli arresti domiciliari, eventualmente con l’applicazione del braccialetto elettronico. "Sono a mio avviso le misure più che sufficienti a soddisfare questa presunta, qualora rinvenuta, sussistente esigenza cautelare". L’avvocato difensore ha preso intanto visione della relazione preliminare riguardante l’ispezione personale fatta dal medico legale Pietro Alessandrini su Funari. "Sono stati rinvenuti segni dell’aggressione subita dal Funari con un oggetto esterno nella parte posteriore del collo. Alessandrini il 9 gennaio ha rinvenuto del semplice rossore e un esito cicatriziale molto sfumato, li ha comparati con le foto scattate dai carabinieri la sera dell’arresto. Da queste foto si vede che c’è quella ferita che io stesso avevo visto il 26 dicembre; quindi – conclude Dionisi – anche questo confermerebbe la versione del mio assistito sul fatto che è stato aggredito e poi ha reagito".

Peppe Ercoli