Palmieri: due anni di diocesi ascolana: "Prendiamoci cura di fragili e giovani"

Il vescovo ha preso il posto di D’Ercole il 28 novembre 2021: "Il bilancio è più che positivo. Mi colpisce la grande disponibilità, di tutti, a camminare insieme e realizzare cose belle per il territorio".

Due anni. Tanto è trascorso da quel 28 novembre del 2021, quando la diocesi ascolana accolse il nuovo vescovo Gianpiero Palmieri, nominato da papa Francesco a seguito delle dimissioni di monsignor Giovanni D’Ercole. In questo biennio, il presule è riuscito ad entrare nel cuore di tanti ascolani grazie soprattutto al suo entusiasmo, alla sua umiltà e alla sua semplicità.

Eccellenza, come sono stati questi due anni?

"Il bilancio è più che positivo. Mi trovo molto bene e ciò che mi colpisce quotidianamente è la grande disponibilità, di tutti, a camminare insieme e realizzare, congiuntamente, tante cose belle per il nostro territorio".

Lei ha avviato il Cammino sinodale e in questi giorni ha diffuso alle parrocchie le nuove linee pastorali. Di cosa si tratta?

"Nel Cammino sinodale la chiesa si ferma, riflette e progetta. Abbiamo incontrato i ragazzi delle scuole, gli operai nelle fabbriche e le famiglie per ragionare insieme sulle decisioni da prendere per dare una forma diversa alla vita della nostra Chiesa. E’ opportuno essere più comunità, grazie agli organismi di partecipazione, ma sono state espresse anche le necessità di liturgie più coinvolgenti, una maggior attenzione al territorio, migliori proposte culturali. Attueremo anche iniziative di vicinanza alle famiglie in difficoltà e presteremo attenzione ai poveri. Tutte le varie proposte verranno analizzate, a maggio, dall’assemblea diocesana sinodale".

La scorsa settimana è stato in udienza dal Papa, insieme ai sindaci terremotati. Che momento è stato?

"Il Santo Padre ha incoraggiato tutti ad impegnarsi di più e andare avanti nella strada già intrapresa per la ricostruzione. C’è ancora tanto da fare e sono rimasto commosso dalla speranza che tra i terremotati non viene mai meno e dalla loro voglia di stare insieme".

Il Natale è vicino, come ci consiglia di vivere il periodo di festa?

"Invito tutti a mantenere i propri sogni, che sono il motore della vita. Ma, allo stesso tempo, prendiamoci cura dei più fragili, aumentando il desiderio di bene. Dedichiamoci anche ai giovani, che hanno un profondo malessere. Solo così potrà essere un bel Natale".

In questi giorni si parla molto di violenza di genere. Lei cosa si sente di dire alle donne che sono vittime di soprusi?

"Quando si subiscono violenze, bisogna denunciare. Ognuno deve far presente queste situazioni. L’ambiente familiare dovrebbe far sentire le persone protette. Invece, molte donne vivono in contesti di fragilità. Questa problematica riguarda anche i giovani. A breve partirà in diocesi un percorso con alcune psicoterapeute volontarie, destinato ai minori. Poi, per chiunque ne necessiti, c’è sempre il consultorio familiare al quale chiedere aiuto".

Matteo Porfiri