Porto, ecco il progetto dello studio Bianconi

Presentato informalmente al Comune: "Al momento l’area demaniale è una barriera con la città"

Porto, ecco il progetto dello studio Bianconi

Porto, ecco il progetto dello studio Bianconi

C’è un futuro per il porto di San Benedetto? Sulla carta, sì. Nello specifico, sul progetto presentato informalmente dallo studio Bianconi all’amministrazione comunale: l’elaborato mette al centro uno dei luoghi che ha rappresentato il fulcro di San Benedetto e che da diversi anni si trova a ricoprire un ruolo marginale nelle attività della riviera. "L’Area demaniale – si legge nella relazione del progetto –adiacente il porto ospita diverse attività di cantieristica e lavorazione del pescato. Tali attività si susseguono l’una dopo l’altra in maniera disordinata, creando una barriera impenetrabile fra la città e il porto stesso". Lo studio quindi si è posto degli obiettivi specifici, fra cui quello di riconnettere il porto con la città. Cosa prevede l’elaborato, nel concreto? Intanto l’orientamento dell’imboccatura, che non sarebbe più rivolta a nord, da cui proverrebbero le correnti più forti, ma verso sud. Dal giardino ‘Nuttate de lune’, parallelamente all’attuale molo sud, il parco proseguirebbe fino a un promontorio su una superficie di 9 ettari: un enorme spazio verde in cui riposizionare le creazioni di ‘Scultura viva’. A subire una profonda trasformazione sarebbe anche il braccio nord, ora adibito all’attracco dei pescherecci. L’attuale carreggiata verrebbe convertita in un asse viario a quattro corsie e doppio senso di marcia, con parcheggi a raso e un’area specifica per la sosta (circa 150 posti), pista ciclabile, percorso pedonale ed essenze arboree. Tali strade si collegherebbero a nord, oltre la murata, a due rotonde per eventi all’aperto, che a loro volta si affaccerebbero su un consistente lotto di spiaggia libera. A ridosso dell’attracco nord verrebbero dislocati degli spazi per la cantieristica e relativo indotto, nonché un approdo per imbarcazioni di lusso e l’avamposto della Guardia di Finanza. Ancora più a nord-est verrebbe riposizionato il mercato ittico, mentre sul limitare della propaggine sarebbero realizzati dei quartierini a schiera ad uso degli armatori. L’edificio che oggi ospita il mercato quindi si trasformerebbe in un ‘Palazzo della cultura del mare’, completo di museo, polo universitario, centro ricerche. "Senza una visione non c’è futuro – recita ancora la relazione – il porto è l’alfa e l’omega di San Benedetto". L’elaborato ora dovrà essere presentato all’Autorità Portuale di Ancona.

Giuseppe Di Marco