Produzione e prezzi, parte Granaio Italia

Il progetto Granaio Italia per la tracciabilità del grano è accolto positivamente dai coltivatori marchigiani. La Cia sottolinea l'importanza della trasparenza per tutelare il settore cerealicolo italiano e promuovere il vero Made in Italy.

La tracciabilità del grano è un fattore determinante per tutelare e valorizzare la produzione cerealicola italiana. Non a caso il progetto di Granaio Italia è stato accolto con soddisfazione dai coltivatori delle Marche. "Finalmente parte Granaio Italia. L’attivazione, dal primo luglio, del Registro telematico sulle giacenze dei cereali è quanto di più urgente. Bene, quindi, che il governo abbia stretto i tempi per iniziare a riportare trasparenza sui mercati". È quanto hanno sottolineato dalla Cia-Agricoltori provinciale di Ascoli, Fermo e Macerata al termine del tavolo riunito nei giorni scorsi al Masaf dal sottosegretario La Pietra. "La tracciabilità dei grani italiani – ha sottolineato la Cia – è da tempo tra le priorità della Confederazione, a partire dalla petizione nazionale salva-grano, arrivata a 75 mila firme".

Granaio Italia rappresenta il riconoscimento del valore del settore, a salvaguardia dei cerealicoltori, a promozione del vero Made in Italy, a tutela della qualità per i consumatori. "Ora è fondamentale che la tracciabilità non sia solo una responsabilità degli agricoltori, ma dell’intera filiera. Prossimo passo – ricorda la Cia – l’introduzione di uno strumento di certificazione dei costi di produzione. In gioco il nostro patrimonio cerealicolo, materia prima d’eccellenza per la pasta, simbolo del Made in Italy nel mondo con quasi 4 milioni di tonnellate di produzione annua e un fatturato di 7 miliardi di euro". L’Italia importa il 40% del fabbisogno di grano duro, il 65% di tenero e il 55% del mais. Eppure, nonostante la carenza di prodotto nazionale e la continua richiesta da parte dei consumatori di prodotti 100% italiani, le quotazioni dei maggiori cereali sono sempre più mortificanti. Oggi, considerando le ultime quotazioni sul grano duro pari a circa 34 euro al quintale e le rese degli agricoltori di circa 30 quintali a ettaro, si arriva a una produzione lorda vendibile di 1.100 euro a ettaro, ma con costi di produzione superiori ai 1.400 euro a ettaro. I dati Cia sulle nuove semine segnalano un preoccupante calo delle superfici coltivate a grano duro di circa 130 mila ettari.

Vittorio Bellagamba