Rabbia sociale e poco rispetto per le ragazze "Sta agli adulti e alla scuola formare gli adolescenti"

Nello Giordani, ex giudice minorile: "La violenza sulle donne? Lo hanno visto fare dai più grandi"

Rabbia sociale e poco rispetto per le ragazze  "Sta agli adulti e alla scuola formare gli adolescenti"

Rabbia sociale e poco rispetto per le ragazze "Sta agli adulti e alla scuola formare gli adolescenti"

Che succede ai giovani? Perché sono protagonisti di tanti fatti di cronaca nera, anche molto gravi, come i fatti recenti testimoniano? Il piceno non è immune. Ne parliamo con Nello Giordani, sociologo, criminologo clinico ad indirizzo sociopsicologico, ex giudice onorario minorile delle Marche. "L’adolescenza è un momento particolare e molto pericoloso, come diceva Vittorino Andreoli. Un momento di crescita in cui non si è più bambini, ma neanche uomini" spiega Giordani. "Un momento in cui siamo sbandati. Non è definita la nostra identità e in queste condizioni siamo facilmente soggetto alle scemenze che propone la società e le strade sono due: l’esclusione dalla vita sociale o la rabbia verso la società. Di conseguenza si è facilmente soggetti a fenomeni di aggressività". Le cronache riferiscono di episodi di violenza su ragazze, sempre più frequenti e messi in atto con sconfortante facilità fino addirittura a mercanteggiare i video contestualmente girati. "La violenza sulle ragazze accade perché questi giovani lo hanno visto fare dagli adulti, inutile nasconderci" accusa il sociologo ascolano. "Di recente la ministra della famiglia Roccella ha detto che bisogna recuperare velocemente il ruolo della scuola che invece viene meno ai suoi doveri di formazione. E’ obbligatoria fino ai 16 anni; un tempo quindi congruo per formare le generazioni" aggiunge Nello Giordani spiegando che "l’aggressività giovanile è segno di diseducazione e non formazione e chiaramente in questo sono coinvolte anche le famiglie, oltre alla scuola". Il disagio giovanile è qualcosa che coinvolge tutto il mondo degli adulti che a tutti i livelli devono responsabilizzarsi sulla educazione e sulla crescita degli adolescenti. "Assolutamente – concorda il dottor Giordani –. L’adolescente è colui che va ancora a scuola, in famiglia è per questo soggetto ad ordini dei genitori e dagli adulti. Non c’è quel rispetto che viene dato, per esempio, ad uno studente universitario. Tutto questo crea nell’adolescente un disagio profondo che il giovane vive dentro di sé e che spesso di vergogna a raccontare, perché si sente un fallito. I primi eventi dolorosi nella vita l’adolescente li vive male. Ecco – conclude Giordani – a questo gli adulti devono fare attenzione, riuscire a intercettare i segnali di un disagio che può rivelarsi pericoloso per la crescita dei ragazzi".

Peppe Ercoli