Tribunale a rischio sfratto. Il braccio di ferro continua

Investire Sgr ha presentato una memoria conclusiva di 40 pagine, allegando un parere sulla interpretazione della norma in contestazione di Sabino Cassese .

Tribunale a rischio sfratto. Il braccio di ferro continua

Tribunale a rischio sfratto. Il braccio di ferro continua

Si è svolta ieri l’udienza riguardante la permanenza del tribunale di Ascoli nel Palazzo di Giustizia in piazza Orlini, ma per attendere la decisione del giudice Paola Mariani bisognerà attendere qualche giorno, il tempo di sciogliere la riserva dopo aver preso atto degli ultimi documenti e delle conclusioni depositate dalle due figure che si ’contendono’ da un anno lo stabile. Da una parte c’è infatti lo Stato che, attraverso il Demanio, dal 1954 vi ha collocato gli uffici e le aule di giustizia e che vorrebbe proseguire lì questa funzione pubblica; dall’altra c’è la società di gestione di fondi immobiliari Investire Sgr, proprietaria del Palazzo di Giustizia del capoluogo piceno (rilevato da Assicurazioni Generali), che aveva chiesto rilascio e liberazione dell’immobile per fine contratto. La causa, infatti, è ancora in piedi e non c’è alcun accordo fra le parti per arrivare ad una soluzione pacifica come invece era stato ipotizzato a inizio 2023. Il fondo rivuole l’immobile che il ministero non vuole invece lasciare e la diatriba riguarda la data di fine contratto.

Per di più non c’è al momento alcuna trattativa per l’eventuale acquisto del Palazzo di Giustizia da parte del Demanio. In vista dell’udienza di ieri Investire Sgr, proprietaria dell’immobile, ha depositato una memoria conclusionale di 40 pagine, peraltro allegando precedenti di altri tribunali di merito che riconoscevano le loro ragioni sulla scadenza contrattuale, allegando pure un parere sulla interpretazione della norma in contestazione di Sabino Cassese, noto amministrativista; si tratta dunque di dottrina autorevole. L’Agenzia del Demanio, conduttrice dell’immobile in piazza Orlini, ha invece presentato solo brevi conclusioni e peraltro non ha partecipato alla procedura di mediazione obbligatoria, disposta dal giudice Mariani dopo che a gennaio scorso ha respinto l’istanza di Investire che aveva chiesto rilascio e liberazione dell’immobile, ritenendo scaduto il contratto di locazione il 28 dicembre 2022, ormai un anno fa. Un punto di vista in contrapposizione con quello del Demanio, conduttore di Palazzo di Giustizia di Ascoli, che sostiene invece che, proprio per la sua funzione, il tribunale non può essere sfrattato. Investire ha ribadito ieri la richiesta di rilascio immediato dell’immobile e in subordine entro il 29 dicembre 2026. Per conto del Demanio, l’avvocato di Stato ha chiesto di respingere entrambe le richieste dei proprietari di Palazzo di Giustizia.

Peppe Ercoli