Christian McBride, leggerezza in contrabbasso

Il celebrato bassista suona lunedì 22 aprile al Paradiso Jazz Festival di San Lazzaro, alla guida del suo New Quintet: dal bop alla fusion

Christian McBride, leggerezza in contrabbasso

Christian McBride, leggerezza in contrabbasso

Bologna, 21 aprile 2024 – "Il jazz non è una cosa, ma un come", scolpiva Bill Evans riferendosi alle sonorità afroamericane per come venivano eseguite ancor più che per i contenuti. Aforisma che spesso cita Christian McBride, il bassista e contrabbassista più celebrato della generazione dei cinquantenni, domani (lunedì 22 aprile) alla guida del New Quintet per il penultimo appuntamento di Paradiso Jazz Festival 2024 (ore 21, all’ Arci di San Lazzaro di Savena). Tra le prelibatezze da mettere in conto fluorescenze avveniristiche, improvvisazioni totali, slanci visionari, arditezze e commistioni di suoni che non ripudiano la forza rituale dell’universo musicale afroamericano, rivisitato con leggerezza.

Insignito di tre Grammy Award, custode della tradizione del contrabbasso jazz d’antan pur incarnandone la modernità nel terzo Millennio, cresciuto nelle soul street di Philadelphia replicando i modelli del padre e dello zio Howard Cooper, McBride si presenta alla testa di un gruppo coeso di giovani musicisti che mastica swing e affronta azzeccatissimi accordi, ovvero: Nicole Glover al sax tenore, Ely Perlman alla chitarra, Mike Kings alle tastiere e Savannah Harris alla batteria. Traiettorie che indagano nuovi orizzonti seguendo un percorso che va dalla tradizione bop, all’acid jazz, alla fusion, in linea con quanto apprese appena diciassettenne da Bobby Watson (rotagonista del primo dei concerti di Paradiso Jazz di quest’anno).

Occasione ghiotta di questa sedicesima edizione del festival firmato Marco Coppi per penetrare un mondo sonoro ben delineato, con un repertorio eterogeneo e un suono rarefatto e fluttuante in cui emerge la maestria del leader nel far ribollire il basso pilotando in souplesse il New Quintet attraverso le strutture da lui stesso ideate. Si tratta, insomma, di un concerto omaggio a un musicista che a poco più di cinquant’anni può vantare una partecipazione intensa all’attività concertistica globale come sideman, compositore e arrangiatore. Basti pensare al luccichio delle star con cui ha condiviso il palco nel jazz, da Freddie Hubbard e Sonny Rollins a Chick Corea, Herbie Hancock e Pat Metheny. O ai compagni di viaggio avuti nel R&B, come Isaac Hayes, Natalie Cole e James Brown. O nel pop rock da Sting a Carly Simon. O nell’ hip-hop neo-soul dai Roots a Queen Latifah. Senza dimenticare Bublé, Dee Dee Bridgewater e Paul McCartney. Situazioni in cui McBride ha dimostrato d’aver messo a frutto la lezione di musicisti da copertina patinata, celebrità universalmente osannate, partecipando alla registrazione di più di 300 dischi. L’ultima magia del suo pluri-universo musicale la compirà domani.

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