Addio all’entomologo Mellini, studiò gli insetti come cibo

Negli anni ’50 fu precursore delle nuove teorie dell’alimentazione. Si è spento a 99 anni. Ateneo in lutto

Addio a Mellini, studiò gli insetti come cibo

Addio a Mellini, studiò gli insetti come cibo

Bologna, 7 febbraio 2024 – Nei giorni scorsi è morto a Ponte della Venturina nel comune di Alto Reno Terme Egidio Mellini, già professore ordinario di entomologia agraria dell’Università di Bologna. Il professore era nato a Poggio di Borgo Capanne il 18 luglio del 1924, luogo a cui è rimasto legato per tutta la vita. Mellini era conosciuto in paese, però, per la sua riservatezza, in pochi erano consapevoli della sua rilevanza scientifica. Egidio Mellini si era laureato in scienze naturali negli anni ‘40 con una tesi in anatomia comparata, ma l’incontro con Guido Grandi, uno dei padri dell’entomologia in Italia, spostò la sua attenzione verso gli insetti. In particolare, Mellini studiò la biologia dei ditteri tachinidi, parassitoidi utili al contrasto degli insetti dannosi in agricoltura. Fu in grado di elaborare teorie all’avanguardia, come l’"ipotesi ormonale", relativa ai rapporti tra ospite e parassitoide, prima che la stessa potesse essere dimostrata sperimentalmente.

"Ricordo il professore al microscopio fino agli ultimi giorni della carriera. Non perse mai l’entusiasmo - racconta la professoressa Maria Luisa Dindo, ordinaria di entomologia ex allieva di Mellini - la sua personalità ha superato le barriere linguistiche: a lungo ha scritto in italiano ma era conosciuto anche all’estero, un fatto raro. Restano nella storia alcuni scritti, tra cui il saggio breve sull’entomofagia degli insetti - prosegue la professoressa – e alcuni articoli divulgativi tra cui "Insetti e gastronomia" e "Insetti e musica". Nello scritto "Insetti e gastronomia", del 1956, Mellini affronta la possibilità di utilizzare gli insetti come cibo, confermando le sue doti di studioso in anticipo sui tempi. Le sue lezioni erano indimenticabili, sempre gremite: la sua eloquenza era magnetica".

Si unisce al ricordo Stefano Maini, già professore ordinario di entomologia: "Mellini era un database vivente, da buon montanaro contrario a ogni tipo di spreco. Per utilizzare completamente le matite consigliava ai colleghi l’utilizzo di un bastoncino a mo’ di prolunga. Nella biblioteca di agraria si trovano tuttora libri e articoli contrassegnati dalla sua sigla EM". Lo ricorda commossa Patrizia Lorenzelli, la persona che per anni è stata vicina al professore e alla moglie Wanda con cui aveva condiviso alcune iniziative di solidarietà in Mali: "Il professore per me è stato un modello, un uomo intelligente ed eclettico che lascia un vuoto enorme". "Mellini era un uomo di cultura - conclude Dindo - studioso instancabile, poco avvezzo alla dimensione pubblica della vita accademica. Una personalità come lui meriterebbe l’intitolazione di una via o una piazza, magari proprio in Appennino, nei luoghi delle sue radici".

Fabio Marchioni