Ospedale Bellaria, inchiesta per furto: sparite 200 cartelle cliniche. L’Ausl denuncia

I documenti erano nel centro ’Il Bene’, struttura per le malattie neurologiche. Il primario è andato in pensione mesi fa. Avvisate le famiglie dei pazienti

Scomparse cartelle cliniche al Bellaria, scatta l'inchiesta

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Bologna, 27 maggio 2023 – Circa duecento cartelle cliniche, scomparse ‘nottetempo’ dagli studi ambulatoriali del centro ‘Il Bene’ dell’ospedale Bellaria. "Indebitamente sottratte", scrive l’Ausl nella lettera inviata a tutti i pazienti interessati per avvertirli del furto. Un furto di cui è stata informata la Procura, a cui l’Ausl ha già presentato una denuncia a carico di ignoti. La vicenda è stata segnalata anche al garante della Privacy, vista la delicatezza dei dati sensibili contenuti nelle cartelle andate perdute.

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"L’accaduto – si legge nella missiva – si è verificato nonostante siano state adottate tutte le misure di sicurezza per garantire la protezione dei dati personali e di natura particolare".

I fatti risalgono ad alcune settimane fa, quando il personale dell’ospedale si è accorto della sparizione delle cartelle dal centro, struttura interna al Bellaria, autorizzata per la diagnosi e la cura delle sindromi riconosciute come malattie neurologiche rare e neuroimmuniche, diretta per anni da un noto neurologo andato in pensione da pochi mesi. Una struttura finita anche al centro delle cronache (e pure in Parlamento) proprio a seguito della notizia del pensionamento del primario, a seguito delle proteste di alcuni pazienti che temevano lo smantellamento de ‘Il Bene’ e di conseguenza dei servizi erogati. Timori che erano stati subito fugati sia dal direttore generale dell’Ausl Paolo Bordon che dall’assessore alla Sanità Raffaele Donini, che avevano rassicurato che il centro non sarebbe stato chiuso. E così è stato, benché il primario abbia chiuso i rapporti con l’Ausl.

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La notizia del furto ha creato agitazione tra i pazienti e i loro famigliari, come la signora Maria Clara, che ha un figlio affetto da sclerosi multipla che, fino a qualche tempo fa, era seguito dal centro ‘Il Bene’. "Quando ho appreso da mio figlio della comunicazione dell’Ausl mi sono subito mossa per capire come tutelarci. Avevo pensato di sporgere denuncia, poi ho saputo che già si era mossa l’Ausl in questo senso e allora ho rinunciato", spiega la donna.

Altre situazioni analoghe a quella di Maria Clara sono state segnalate all’associazione Aism, che si occupa proprio dei pazienti affetti da sclerosi multipla e dei loro famigliari. Intanto, mentre le indagini stanno andando avanti per chiarire chi sia stato a portare via le cartelle, al Bellaria è stata istituita una task force per riuscire a ricostruire la storia clinica di ciascun paziente, proprio perché nessuno possa essere lasciato indietro. Un lavoro complesso e lungo, che consiste nell’estrapolare dai gestionali aziendali di registrazione tutte le prestazioni erogate nel tempo per ogni paziente e ricreare, da queste, una nuova cartella.

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