PAOLO ROSATO
Cronaca

Città 30, è il D-Day. Il centrodestra unito lancia il referendum. E il Comune lo affonda

Partono oggi i controlli in tutta Bologna, i vigili inizieranno a multare. Scontro tra maggioranza e opposizione sulla consultazione dei cittadini. "Doveva farlo Lepore". L’assessora Orioli: "È solo campagna elettorale".

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"Avrebbe dovuto pensarci Lepore mesi fa". Dopo la Garisenda, la Città 30 è il secondo gavettone che scoppia in mano alla giunta di Palazzo d’Accursio. Ma se sulla torre malata l’amministrazione ha dovuto (e saputo) trasformare una crisi improvvisa in un’opportunità, sulla rivoluzione del traffico il sindaco si ritrova una bella fetta di città in trincea, che l’abbiano votato due anni e mezzo fa oppure no. Ieri l’assessora Valentina Orioli ha ribadito, fino allo sfinimento, il mantra dei mantra: "Non seppelliremo i cittadini di multe – ha detto intervistata da RaiNews24 –, salveremo vite".

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Ma intanto la petizione della libera cittadina Guendalina Furini veleggia verso le 35mila sottoscrizioni e l’opposizione ha montato, con ingresso libero (per eventuali ribelli del Pd e associazioni e categorie insofferenti), il comitato per farsi approvare il quesito referendario. Il sito ’No Città 30’ è online, è partita la cavalcata. E oggi si comincia anche con i controlli, scatta il giorno del giudizio. Senza pace, il Comune ieri è andato ancora allo scontro con FdI. "Invece di strumentalizzare politicamente un’iniziativa dedicata alla sicurezza stradale, ci aspetteremmo risorse per le vittime della strada e risorse sul trasporto pubblico locale. Invece su questo stiamo a zero", ha attaccato sempre Valentina Orioli. "Così, fate soltanto campagna elettorale".

Serviranno intanto 9mila firme, da raccogliere in tre mesi a partire da quando il collegio dei garanti del Comune di Bologna darà il via libera, per indire un referendum consultivo. "Crediamo che la Città 30 non risolva il problema degli incidenti stradali, forse risolverà il problema del Comune con le multe, ma non salverà delle vite", ha detto Marco Lisei, senatore di FdI. Parole a cui ha fatto eco il capogruppo di FdI, Stefano Cavedagna: "Il centrodestra farà quello che doveva fare il sindaco e vuole aprirsi a tutta la città. L’assessore Bugani dice che la nostra protesta finirà in un bicchiere d’acqua? Era nei Cinque Stelle e avrebbe fatto questa battaglia con noi, oggi è diventato il cane da guardia di Lepore". Alla presentazione del comitato, ancora senza presidente, c’era l’opposizione in blocco. Per la Lega, Matteo Di Benedetto: "Lepore è convinto che la maggioranza dei bolognesi sia con lui? Allora non tema il referendum". Francesca Scarano (Misto): "Nessuna obiezione sulle zone 30 per garantire la sicurezza, ma Lepore pensa ad altro". Lanfranco Massari (Forza Italia): "Ero dall’altro lato, le categorie economiche sono molto critiche su questa misura". Samuela Quercioli (Bologna ci piace): "La cittadinanza è contraria". Critica anche Lucia Borgonzoni (Lega): "I numeri di chi non è d’accordo, mettendo assieme tutte le raccolte firme, sono esorbitanti: anche un bel pezzo di quelli che hanno votato Lepore non è d’accordo – ha sottolineato la sottosegretaria alla Cultura –. Lepore non fa una bella figura, se sei sindaco, lo sei di tutti. Torni indietro e dia spazio al referendum, tutto questo è una follia, i 30 generalizzati porteranno infrazioni dei limiti ovunque".

In consiglio comunale la maggioranza ha difeso la misura, Simona Larghetti (Coalizione civica): "Nessuno ha paura del referendum, il centrodestra diffonde notizie false. Forse torna il tormentone perché con il tram non ce l’hanno fatta". Con la sinistra, compatto, tutto il Pd. Il 19 gennaio intanto mobilitazione di ‘Una Bologna che cambia’ alle 18.30 in piazza Maggiore, ci saranno la Lega e ‘Bologna ci piace’.