CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Gaetano Vitolo arrestato a Bologna: le intercettazioni choc ai debitori

Le minacce dell’imprenditore arrestato: "Devi buttarti sotto il treno, vieni che ti spacco". I prestiti da restituire entro un mese, con rincari folli e rappresaglie. Ai dipendenti: "Ridammi i soldi che hai preso in cassa integrazione"

La pizzeria Due Torri in Strada Maggiore, tra i locali al centro dell’inchiesta della Guardia di Finanza

La pizzeria Due Torri in Strada Maggiore, tra i locali al centro dell’inchiesta della Guardia di Finanza

Bologna, 31 maggio 2024 – “Ma tu veramente vuoi che inizio a infastidirmi?", "Voi dovete smetterla con me altrimenti vi mando all’ospedale. Vedi come te lo dico, non devi dispiacerti devi buttarti sotto un treno, non devi aspettare che ti mandi in ospedale. Io mi sono scocciato". E ancora: "Io sto fuori al magazzino, ora ti spacco tutto quanto qua fuori", e "dove stai che devo sputarti in faccia un momento e devi andartene a fare in c**o una volta e per sempre".

Sono solo alcune delle frasi intercettate dai militari della Guardia di Finanza e pronunciate dall’imprenditore Gaetano Vitolo a cui vengono contestati, tra gli altri, i reati di usura ed estorsione. Nello specifico, il settantunenne campano aveva dato in prestito a un altro soggetto (in difficoltà economiche) una somma pari a 4.700 euro pretendendone la restituzione, entro un mese, con una maggiorazione di 300 euro. In un altro caso, le minacce non erano indirizzate solo alla persona interessata, ma anche ai suoi familiari: "Domani diglielo: ha detto lo zio che fine vuoi fare? Acchiappalo a questo, fatti dare i soldi, anzi doppia caparra. Perché se no andiamo a finire a pesci fetenti", "o i soldi o ci dà un po’ la figlia per cinque o sei giorni" e ancora "vedi di andarci presto perché altrimenti vai all’ospedale, non vai più da quello dell’agenzia".

Intercettazioni, quest’ultime, relative alla compravendita di un appartamento a Nocera Inferiore, nel Salernitano: nello specifico, Vitolo avrebbe prima concordato con il venditore un prezzo di 85mila euro e, successivamente, costretto quest’ultimo con svariate minacce di morte a concludere l’affare per 70mila euro. Una somma non solo inferiore rispetto a quanto concordato in precedenza, ma anche all’effettivo valore di mercato dell’immobile che si aggirava tra i 102 e i 126mila euro.

In un altro caso ancora, le minacce di morte sono state rivolte sia direttamente da Vitolo, sia per interposta persona, ai danni di alcuni dei suoi dipendenti: "Deve prendere questi soldi che ha avuto della cassa integrazione e te li deve dare subito perché se no ora che scendo e lo metto appeso!". Di più: "Gli rompo la testa, gli schiatto . Devi dire ha detto lo zio questo cornuto se non la finisce lo mette appeso". Nello specifico, qui l’imprenditore campano si riferiva a una somma di denaro pari a più di 500 euro che uno dei suoi dipendenti aveva percepito come cassa integrazione per la sospensione dell’attività lavorativa durante la pandemia di Covid-19.

Vitolo , difeso dall’avvocato Matteo Murgo, è accusato anche di indebita percezione di erogazioni pubbliche, proprio in merito alla richiesta di cassa integrazione per alcuni dei suoi dipendenti nella ‘Pizzeria Due Torri’ di Strada Maggiore e nella pizzeria ‘Pizze, Panini e Sfizi’ di via Matteotti: somme che l’imprenditore tratteneva per sé, devolvendone solo una minima parte a favore dei lavoratori destinatari.