Ristoranti, blitz della Finanza a Bologna: in carcere un imprenditore, sequestrati beni per 2 milioni

Sigilli anche ai proventi dell’affitto di una pizzeria del centro. Secondo le indagini, l’uomo vicino alla camorra intestava le attività a prestanome ed è accusato anche di usura ed estorsione. Quindici indagati

L'operazione della Guardia di Finanza di Bologna ha portato al sequestro di beni per due milioni di euro, nei guai un imprenditore salernitano con attività a Bologna

L'operazione della Guardia di Finanza di Bologna ha portato al sequestro di beni per due milioni di euro, nei guai un imprenditore salernitano con attività a Bologna

Bologna, 30 maggio 2024 – Maxi sequestro di beni e finisce in carcere, con varie accuse, un imprenditore originario di Salerno e residente a Bologna in odore di camorra.

Secondo le indagini, l’uomo gestiva in città una serie di attività, per lo più del settore della ristorazione, tramite prestanome. Per una di queste, una pizzeria al taglio e d’asporto del centro di Bologna, scattano i sigilli ai proventi derivati dall’affitto dell’azienda.

L’uomo aveva precedenti e aveva a sua carico una misura di sorveglianza speciale perché accusato di essere vicino alla mafia. Così, sempre secondo quanto appurato, aveva nel tempo intestato fittiziamente a familiari e terzi compiacenti, beni e utilità riconducibili alla sua persona.

Per gli stessi reati sono indagate 15 persone. 

L’operazione è condotta dalla Guardia di Finanza e sono in corso perquisizioni a Bologna, Lecco, Verona, Modena e Salerno. 

Le indagini  sono state condotte sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna e con il coordinamento della Procura nazionale Antimafia e Antiterrorismo.

Sotto la lente la posizione patrimoniale di tutti gli indagati, che si sarebbe rivelata sproporzionata rispetto alle dichiarazioni dei redditi. Sono stati confiscati quindi dalla Guardia di Finanza quote sociali, compendi aziendali, immobili e altre utilità per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro.

Le Fiamme Gialle, oltre all’ipotesi di trasferimento fraudolento di valori, avrebbe documentato “numerose altre condotte antigiuridiche: dalla indebita percezione di erogazioni pubbliche, a episodi di usura ed estorsione”  nei confronti di soggetti in evidenti difficoltà economiche.