ANDREA ZANCHI
Cronaca

Il sogno di Montezemolo: "Lo scudetto? Proviamoci"

"Certo, serve qualche ritocco alla rosa. Ma non è un obiettivo irraggiungibile. Saputo ha lavorato molto bene. Spero che Thiago resti per completare l’opera"

Bologna, 14 maggio 2024 – Un indelebile ricordo da bambino e una gioia, grande e incontenibile, nell’età adulta. La parabola dei tifosi del Bologna è per tantissimi aspetti simile di generazione in generazione. E non fa eccezione neanche un tifoso come Luca Cordero di Montezemolo, che del club rossoblù è stato vicepresidente onorario dal 1993 al 2005, coprendo tutta l’epoca di Giuseppe Gazzoni Frascara. E proprio all’ex presidente, scomparso nel 2020, va uno dei suoi primi pensieri: "Abbiamo visto un gran Bologna anche con lui presidente: tante belle partite, tanti buoni giocatori. Quegli anni con Ulivieri e Mazzone sono stati tempi bellissimi".

Luca Cordero di Montezemolo
Luca Cordero di Montezemolo

Nel 2002 la Champions League fu solo sfiorata. Da domenica sera, invece, è realtà.

"Sono molto contento per la città, che è la mia città, e dove torno appena possibile. Sono contento per i tifosi, perché aspettavano da anni una gioia così grande. E sono contento per una persona seria e misurata come Joey Saputo. Ha lavorato davvero bene in questi anni, mi è piaciuto molto, e hanno fatto molto bene anche i suoi collaboratori. E infine sono contento per i giocatori. C’era chi arricciava il naso perché alcuni non erano molto noti e giovani, ma hanno giocato bene tutto l’anno, anche quando in campo mancava qualcuno di importante, come è accaduto con Ferguson".

E poi c’è Thiago Motta.

"Quando diventò allenatore del Genoa mi informai su di lui dal mio fraterno amico Massimo Moratti, che mi disse che era una persona seria, per bene, molto intelligente. Il Bologna ha fatto un’ottima scelta, perché non sempre si sceglie bene in fatto di allenatori".

Dovrebbe restare al Bologna?

"Io mi auguro di sì. Se il Bologna non fosse andato in Champions League avrebbe avuto un senso cambiare, perché ripetere un’annata di questo livello è dura. Ma ora, se Motta restasse a Bologna, significherebbe completare l’opera. Poi è chiaro, c’è bisogno di una squadra rafforzata per giocarsela fino in fondo, perché in Champions ci si va per essere competitivi".

C’è già chi sogna lo scudetto a occhi aperti. Il Bologna potrebbe puntarci?

"Nel campionato italiano ci sono sempre state delle sorprese, fortunatamente. È vero che oggi dietro le squadre di vertice ci sono dei veri e propri colossi economici, a volte di livello globale, ma credo che con qualche piccolo ritocco e rafforzamento della rosa attuale, una squadra come il Bologna potrebbe avere le carte in regola per provarci già dall’anno prossimo".

Come si fa a non farsi schiacciare da un salto di livello così improvviso?

"Bisogna tenere i piedi per terra, iniziare a programmare e lavorare tanto. Nel 2000, quando in Ferrari vincemmo il primo titolo con Schumacher, molti pensavano che avremmo festeggiato per decenni: alla fine abbiamo vinto cinque Mondiali consecutivi... Per quanto riguarda il Bologna sono confortato dall’umiltà, dal realismo che ha questa società, della consapevolezza della propria forza. Dunque godiamoci questo momento, ma con i piedi per terra".

Lunedì prossimo arriva la Juventus al Dall’Ara, in uno scontro diretto per il terzo posto. Sarà anche lei allo stadio?

"Sì, e sono molto contento di esserci, anche perché torno dopo tantissimo tempo: ero in tribuna con Saputo la sera della promozione del 2015, ma a parte quell’occasione è dai tempi di Gazzoni che manco. Però ce lo eravamo detti con il mio amico Alberto Vacchi (presidente e ad di Ima; ndr) che non potevamo mancare: speriamo sia la ciliegina sulla torta di una stagione magnifica".