MASSIMO VITALI
BFC

Il nodo dell’allenatore. Messaggio di Fenucci: "Thiago, resta con noi". Il summit dopo la Juve

Oltre alle sirene di altri club, Motta vorrebbe più peso nelle decisioni di mercato. Ma il confronto con Saputo non può aspettare, c’è da disegnare il futuro

Bologna, 14 maggio 2024 – Smaltita la sbornia della festa Champions, svuotata di cori e colori piazza Maggiore e messa nel mirino la Juve, attesa lunedì notte al Dall’Ara, in cima all’agenda di Casteldebole, dopo che ieri è rientrato sotto le Due Torri il presidente Joey Saputo, adesso c’è un’unica voce: capire quali siano le intenzioni di Thiago Motta. E, segnatamente, capire se il suo rapporto col club potrà continuare anche sui sentieri dorati della Champions o se, viceversa, le strade a giugno dovranno separarsi.

Partiamo dalle certezze: se l’ipotesi del divorzio si consumerà, come ha spiegato bene ieri l’amministratore delegato Claudio Fenucci ai microfoni di Sky Sport, non sarà certo per volontà del Bologna. "Thiago sa che noi vorremmo proseguire con lui – ha detto il capo azienda di Casteldebole –. Per quello che ha dato alla squadra, e non solo sul piano del gioco, sarebbe bellissimo andare avanti insieme. Cosa farà? Penso che lui lo sappia e, tra un po’, lo sapremo tutti quanti. Nella sua ultima intervista ha detto che quando ci saranno delle novità verranno comunicate, io rimango su quella linea. Nei prossimi giorni ci parleremo".

Thiago Motta, 41 anni, il condottiero di questo Bologna da Champions, abbracciato al patron italo-canadese della società, Joey Saputo, 59 anni
Thiago Motta, 41 anni, il condottiero di questo Bologna da Champions, abbracciato al patron italo-canadese della società, Joey Saputo, 59 anni

Prossimi giorni, ok. Ma esattamente quando? E qui entriamo nel regno dell’incertezza. Si potrebbe argomentare che, dopo aver atteso una sua risposta praticamente da un anno (il primo annuncio di proposta di rinnovo del contratto, per bocca dello stesso Fenucci, risale al maggio 2023), non sarebbe un gran danno pazientare ancora per qualche giorno, non foss’altro che per concentrare tutte le forze sull’assalto alla Juve in chiave conquista di un terzo posto storico.

In realtà, a Casteldebole da mesi hanno il sacrosanto diritto, nonché la necessità, di programmare il futuro. E non c’è progetto futuro che possa prescindere dall’allenatore. Caduta la legittima giustificazione del "tutti concentrati sulla qualificazione Champions", ora che quel traguardo è in cassaforte già nei prossimi giorni sarebbe nell’ordine delle cose affrontare la questione. A maggior ragione adesso che è tornato in città Saputo, il presidente che ha la forza economica e l’autorità per convincere Motta ad accompagnare la crescita del Bologna anche il prossimo anno in Europa.

Da domani Motta e i suoi ragazzi torneranno a ripopolare Casteldebole per cominciare a preparare sul campo la gara con la Juve, ergo ogni giorno sarà buono per una chiacchierata chiarificatrice. Ma conoscendo Thiago è facile immaginare che ciò accadrà solo dopo la sfida con la Juve, nella settimana che porta all’ultima fatica di campionato in casa del Genoa. Prove di dialogo complicate, in ogni caso, con dietro l’angolo l’ombra della Juve (Thiago è la prima scelta del club bianconero se s’interromperà il rapporto con Allegri) e un feeling tra allenatore e area tecnica, segnatamente Giovanni Sartori e Marco Di Vaio, ridotto da mesi ai minimi termini, come hanno confermato anche alcune scelte del mercato di gennaio. La verità è che Motta e un pezzo importante di Bologna oggi appaiono come due pianeti disallineati.

Thiago vorrebbe avere più centralità nelle scelte dei calciatori, mentre gli uomini mercato lamentano che quella centralità la si conquista innanzitutto firmando per tempo il rinnovo, cosa che fin qui non è avvenuta. L’ora della verità in ogni caso si avvicina, con tutti i dubbi che accompagnano la decisione finale. Perché l’uomo che ha moltiplicato il valore del Bologna è un fenomeno della panchina ma resta stranino forte. Magari ci stupisce tutti con un "sì, resto". Che è poi quello che gli chiedono, sottovoce, i suoi calciatori e, una volta di più, ieri, l’ad Fenucci.