La direttiva europea: case green in città. Un’abitazione su due finirà sotto la lente

Entro il 2030, secondo la norma approvata a Bruxelles di recente, dovrà essere ridotto il consumo energetico del sedici per cento. Sotto le Torri il 57% degli edifici appartiene a classi ’non virtuose’

La direttiva europea. Case green in città. Un’abitazione su due finirà sotto la lente

La direttiva europea. Case green in città. Un’abitazione su due finirà sotto la lente

Bologna, 25 marzo 2024 – La direttiva ‘case green’ è quasi realtà, i bolognesi cominciano a preoccuparsi. Il 12 marzo il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sull’Epbd (tradotto, l’Efficienza energetica degli edifici) che porta con sé l’obiettivo ambizioso di azzerare le emissioni dell’intero parco immobiliare entro il 2050. Un ‘target’ che passa - soprattutto - dall’intenzione di alzare i requisiti minimi per l’efficienza delle abitazioni, in modo da ridurre il consumo di energia. Ogni Paese europeo dovrà adottare un piano progressivo (da aggiornare ogni cinque anni) per ridurre il consumo energetico degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 (circa 10 miliardi di kWh), e di almeno il 20% entro il 2035. C’è chi parla già di milioni di case da ristrutturare, per una spesa insostenibile sulle spalle dei proprietari.

Secondo l’Ue quasi il 60% delle abitazioni europee richiederebbe interventi di ristrutturazione. La direttiva punta anche all’eliminazione dei combustibili fossili nelle case - caldaie a gas metano in primis - entro il 2040: gli Stati membri non potranno più offrire incentivi fiscali per acquistarle o installarle. Un’altra novità riguarda le case di nuova costruzione, che dovranno essere pronte per ospitare impianti fotovoltaici o pannelli solari.

In tutto questo scenario, c’è Bologna: il 57% degli edifici appartiene alle classi energetiche più basse, indicate con le lettere ‘G’ e ‘F’. In sostanza, più di un immobile su due sembrerebbe vetusto. Non solo: il 25% del totale riguarda edifici di classe ‘A’ e Bologna detiene il primato come città più virtuosa d’Italia. Un dato che mette a nudo la situazione nazionale del patrimonio immobiliare.

E ancora: secondo l’ultima indagine del gruppo Tecnocasa, focalizzata sul mercato delle compravendite, in tutta Italia il 72,7% delle transazioni riguarda abitazioni classificate come ‘G’ o ‘F’ (solo il 6,5% quelle nelle fasce ‘A’ e ‘B’).

Bologna si distingue ancora una volta, anche se è difficile gridare al successo: è la terza città italiana con la percentuale più alta di compravendite in classi energetiche elevate con il 5,3%, dietro a Verona (9,6%) e Milano (5,7%). Chi acquista una casa, in pratica, fa fatica o non ha intenzione di trovare un edificio a basso consumo energetico.

Dopo il voto in Parlamento, la direttiva ‘case green’ dovrà essere adottata anche dal Consiglio, prima di entrare ufficialmente in vigore. Gli Stati membri avranno così due anni per recepirla e attuarla usando le risorse a disposizione. Ma da Bruxelles tuonano che non arriveranno nuovi fondi e ci si dovrà basare su stanziamenti già erogati (vedi il Pnrr e i Fondi di coesione). I costi potrebbero così ricadere sui conti pubblici e sul portafoglio dei cittadini, anche se è ancora presto per capire come. E se, da una parte, c’è chi sottolinea come ci saranno comunque benefici in termini di consumo energetico (cioè sulle bollette da pagare), c’è chi grida già a una nuova patrimoniale pronta ad abbattersi sulle tasche dei cittadini.

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