Nomisma boccia la decisione Ue. Marcatili: "Regole troppo blande"

L’esperto: "La prima versione avrebbe consentito di fare una mappa delle priorità, così è tutto meno chiaro. Il rischio è che siano solo le realtà più ricche a fare gli interventi, trainando così il risultato nazionale"

Nomisma boccia la decisione Ue. Marcatili: "Regole  troppo blande"

Nomisma boccia la decisione Ue. Marcatili: "Regole troppo blande"

Bologna, 25 marzo 2024 – Marcatili, che cosa ne pensa della direttiva europea sulle ‘case green’?

"La definirei blanda e superficiale. Basta che le realtà più ricche facciano interventi riducendo i consumi del 50-60% per portare a casa un risultato nazionale del 16%. L’obiettivo, invece, dovrebbe essere quello di dare a tutti gli strumenti per migliorare la propria condizione".

Marco Marcatili, responsabile sviluppo di Nomisma, guarda all’ultima mossa di Bruxelles per migliorare l’efficienza energetica degli edifici pensando ai riflessi su Bologna e sull’Italia. Senza nascondere una punta di scetticismo: "Innanzitutto, l’approccio della direttiva è completamente cambiato rispetto alla sua versione iniziale – spiega Marcatili –. Si parlava di un milione e 800mila edifici da riqualificare, oggi non è più così".

Che cos’è cambiato?

"Con il testo iniziale avremmo avuto una mappatura dell’intera Città metropolitana con gli edifici che necessitano di interventi. Oggi invece è ancora difficile capire bene cosa succederà. Per Bologna, ad esempio, è molto più incisiva l’azione del Comune attraverso la firma sul contratto climatico".

Sarebbe stata meglio la prima versione della direttiva, quindi?

"Sarebbe stata più utile e mirata. Avere una mappa delle priorità ci avrebbe consentito di geolocalizzare gli edifici sapendo dove intervenire".

In tutto questo si inserisce anche il Superbonus: secondo la direttiva Epbd, i valori vanno calcolati a partire dal 2020, tenendo conto anche degli incentivi messi in campo dagli Stati membri.

"Esatto, probabilmente metà del lavoro è già fatto: su Bologna parliamo di 200 cantieri su edifici che, in media, hanno avuto una riduzione del fabbisogno del 50-60%. Dopodiché il tema diventa un altro".

Quale?

"Gli obiettivi di risparmio energetico devono essere raggiunti intervenendo sugli edifici più energivori, quindi bisogna capire come il governo pensa di ripristinare i dispositivi per favorire questi interventi".

In che modo?

"L’impressione è che, dopo il Superbonus, ci si concentri su interventi di taglio più piccolo: basta ragionare sugli impianti, non serve agire sull’involucro insomma. Ed è difficile che vedremo interventi nelle periferie: anche il Superbonus le aveva toccate a malapena…".

Il mercato immobiliare come si comporta?

"La domanda è attenta, in quanto ha capito che tutto questo impatta sui costi di gestione. Diciamo che il mercato immobiliare sta cominciando a comportarsi come quello dell’automotive, dove non si parla più solo di prezzo, ma anche di costi e di performance energetica ambientale".

In quest’ottica, che cosa serve, quindi?

"Va innescato un dispositivo per consentire a tutti di fare interventi di riqualificazione: senza un minimo di incentivi e cessione del credito non c’è direttiva che tenga. Soprattutto considerando la condizione delle famiglie: il 50% è in difficoltà".

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