La Franchi dopo la condanna: "Nessuna discriminazione"

L’azienda Betty Blue: "Sentenza erronea e infondata, faremo appello". I giudici di Busto Arsizio hanno deciso che l’impresa dovrà pagare 5.000 euro

La stilista Elisabetta Franchi, ad della società Betty Blue, condannata dal Tribunale di Busto Arsizio che ha ritenuto discriminatorie le sue parole ("assumo solo donne sopra i 40 anni")

La stilista Elisabetta Franchi, ad della società Betty Blue, condannata dal Tribunale di Busto Arsizio che ha ritenuto discriminatorie le sue parole ("assumo solo donne sopra i 40 anni")

Bologna, 7 giugno 2024 – "Le mie parole durante l’evento ’Donna e Moda’ del 4 maggio 2022 sono state estrapolate dal contesto e non mi riconosco in esse in nessun modo, sia da un punto di vista personale che professionale". Così la stilista Elisabetta Franchi, ad della società Betty Blue, dopo la condanna del Tribunale di Busto Arsizio che ha ritenuto discriminatorie le sue parole ("assumo solo donne sopra i 40 anni") e ha ha condannato la sua società a versare 5mila euro di risarcimento all’Associazione nazionale lotta alle discriminazioni.

" La mia fu una denuncia legata alla situazione lavorativa delle donne – aggiunge Franchi –, dove è evidente che ci sia un tetto di cristallo difficile da infrangere, e per il quale molte sono costrette a dover scegliere tra la vita privata e la carriera. Le condizioni attuali non permettono alle donne di potersi esprimere al pari dell’uomo in ambito lavorativo. In termini concreti ed in relazione alla mia azienda, il 78% dei miei collaboratori sono donne e il 51% di esse hanno meno di 40 anni".

Anche l’azienda fondata da Elisabetta Franchi prende posizione: "Betty Blue Spa comunica di aver preso atto del dispositivo della sentenza emessa dal Tribunale di Busto Arsizio – dice una nota – che ha ritenuto discriminatorie alcune frasi pronunciate dalla Signora Franchi. La società attende ora di conoscere le motivazioni della sentenza, che saranno depositate entro sessanta giorni, per poter presentare ricorso in appello. Betty Blue Spa ritiene la decisione erronea e infondata, in quanto: Betty Blue è a tutti gli effetti un’impresa al femminile, con l’78% dell’organico complessivo costituito da donne; al momento della dichiarazione contestata, le donne nei ruoli dirigenziali dell’azienda erano il 66%; il 51% delle donne presenti in azienda ha meno di 40 anni; nei ruoli di responsabilità, la presenza femminile è ed è stata ampiamente maggioritaria, superando il 70%, con assunzioni avvenute ben prima dei quarant’anni".

Insomma, numeri alla mano, secondo l’impresa della Franchi le donne sotto i 40 anni non sono mai state discriminate

"La dichiarazione oggetto della sentenza era volta ad evidenziare le problematiche legate all’occupazione femminile – continua la nota dell’azienda –, in particolare per quanto riguarda le posizioni di vertice nelle aziende di moda , tema specifico sul quale Elisabetta Franchi era stata chiamata a testimoniare. Betty Blue Spa ribadisce che le sue prassi e le sue politiche aziendali, sia in fase di selezione e assunzione, sia nella progressione di carriera, confermano l’assenza di qualsivoglia intento o pratica discriminatoria. L’azienda è fermamente impegnata nella promozione della parità di genere e nel sostegno alle donne in tutti i livelli professionali. Inoltre, l’azienda Betty Blue dispone di un welfare aziendale a favore di tutti i dipendenti. Sin dalla fondazione di Betty Blue, Elisabetta Franchi ha sostenuto e incoraggiato la crescita professionale delle donne. Pertanto, la Betty Blue Spa continuerà a perseguire i propri obiettivi di eccellenza e inclusività fiduciosa che l’appello confermerà la correttezza delle sue pratiche aziendali.