Licenziato per una bestemmia, 16 ore di sciopero al call center. “Norma penale del 1930”

Lo stato di agitazione riguarda la Covision, già al centro dell'attenzione par avere messo alla porta una dipendente che avrebbe offeso una cliente al telefono. Sindacati sul piede di guerra

Licenziato per un bestemmia, sciopero in un call center a Bologna (immagine di repertorio)

Licenziato per un bestemmia, sciopero in un call center a Bologna (immagine di repertorio)

Bologna, 3 dicembre 2023 – Licenziato per una bestemmia. Forse proferita “tra sé e sé”. Il caso di un call-center di Bologna sta sucitando diverse reazioni nel mondo sindacale e no solo. I sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil parlano di provvedimento “inconcepibile”, anche perché si rifarebbe come quadro giuridico di riferimento, ad una “norma penale risalente al 1930, quasi cent'anni fa”, in pieno “oscurantismo”. 

La decisione sarà contestata con “un pacchetto di 16 ore di sciopero”. Lo stato di agitazione riguarda la Covision, una delle aziende che gestisce in appalto il call-center di Hera, e già al centro dell'attenzione e delle cronache nelle scorse settimane par avere messo alla porta una dipendente che avrebbe perso la pazienza durante il lavoro e offeso una cliente al telefono.

Il primo sciopero è in programma domani, lunedì 4 dicembre, per l’intero turno di lavoro di tutto il personale di Covisian. Un presidio si terrà dalle 9 alle 13, sotto la sede di Bologna. 

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“Sanzione esagerata”

"Se non fosse reale - scrivono le tre organizzazioni sindacali in una nota congiunta - ci sembrerebbe di vivere in un film, in un brutto film già visto soltanto poche settimane fa”. Ora - attaccano - un altro collega è stato licenziato per aver esclamato, tra sé e sé, una bestemmia sul posto di lavoro in seguito all'ennesimo malfunzionamento dei sistemi aziendali che impedivano di lavorare”.

Una cosa, a giudizio dei sindacati, che proprio non va. "È inconcepibile per noi togliere un posto di lavoro per un fatto del genere: il lavoratore ha indubbiamente sbagliato, ma la sanzione deve essere commisurata a buon senso e proporzionalità e deve rispettare quanto previsto dal contratto collettivo nazionale”.

"Oscurantismo e clima del terrore”

Inoltre, viene osservato, "non commentiamo il riferimento, nella contestazione disciplinare da parte di Covisian, ad una norma penale risalente al 1930, quasi cent'anni fa, che fa tornare indietro il Paese a periodi bui di oscurantismo e quando lo Stato era confessionale”. Senza contare poi, aggiungono da Cgil, Cisl e Uil il richiamo alla “sanzione amministrativa per violazione del codice penale da 51 e 309 euro, quasi che la società potesse sostituirsi agli organi della Pubblica Amministrazione”. Tutto ciò, viene sottolineato “farebbe sorridere se non fosse che l'hanno scritto davvero, evidentemente solo a scopo intimidatorio. È il secondo licenziamento in appena due mesi e nel frattempo abbiamo appena evitato fosse licenziata una terza lavoratrice. E anche questo lavoratore 'casualmentè non gode delle tutele dell'articolo 18 cancellate dal famigerato Jobs Act di Renzi, di cui siamo certi Covisian ringrazia, perché pagando un piccolo obolo si libera di chi vuole”. Ad ogni modo, tagliano corto i sindacati, “cosi non si può andare avanti: Covisian sta instaurando in azienda il clima del terrore e noi non lo permetteremo”.