Omicidio a Bologna: accoltella il marito malato, poi tenta di togliersi la vita

I due hanno raggiunto in auto la zona industriale di San Giovanni in Persiceto. Lui, Renzo Marchesi, 78 anni, sofferente di Parkinson, colpito più volte Lei, 76, ha poi cercato di uccidersi: ora è ricoverata al Maggiore, piantonata dai carabinieri

Bologna, 4 febbraio 2023 – Una tragedia familiare. E’ quella che si è consumata in via Sabin, nell’angolo di un parcheggio nel mezzo della zona industriale di San Giovanni in Persiceto. E’ morto per alcune coltellate al petto, al basso ventre e in altre parti del corpo un 78enne, Renzo Marchesi, residente in zona. Riverso sul sedile posteriore del suo Nissan bianco. A sferrare i colpi, con un coltello da cucina, sarebbe stata la moglie di 76 anni, la quale avrebbe poi rivolto l’arma contro se stessa, colpendosi ai polsi e con un fendente all’inguine.

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Con l’intenzione, secondo la prima ricostruzione degli inquirenti, di farla finita assieme al marito, da tempo malato di Parkinson. La lesione non è però risultata mortale per la donna, che è stata trasportata prima all’ospedale di San Giovanni e poi, data la gravità delle sue condizioni, all’ospedale Maggiore di Bologna. Qui l’anziana è ancora ricoverata in condizioni molto serie, anche se non sarebbe in pericolo di vita.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di San Giovanni in Persiceto e i colleghi della Scientifica che hanno dato il via alle indagini per cercare di ricostruire l’esatta dinamica del delitto. Intervenuta a supporto pure una pattuglia della polizia del commissariato locale.

Sul posto anche il medico legale e la pm di turno, Francesca Rago.

La 76enne è attualmente controllata a vista dai militari dell’Arma, all’ospedale; non è da escludersi che venga disposta nei suoi confronti una perizia psichiatrica. La Procura valuterà poi se richiedere che venga disposta per lei una misura cautelare.

A quanto si apprende, la coppia di anziani era appena andata a fare la spesa. Poi, per motivi ancora al vaglio degli inquirenti, avrebbero parcheggiato l’auto in via Sabin, negli stalli accanto ad alcune aziende. Qui si è consumata la tragedia, poco prima delle otto di sera.

Ora gli inquirenti stanno cercando di ricostruire gli spostamenti della coppia. Per il momento, non sarebbero stati trovati biglietti d’addio o altri elementi che possano far pensare a un gesto premeditato o addirittura concordato dai coniugi.

Quest’ultima ipotesi richiamerebbe da vicino quanto avvenuto fra Maria Rosa Elmi e il marito

Mauro Bergonzoni. Un colpo secco al cuore di lei, letale. Poi due rivolti contro se stesso. Ma lui, ex cacciatore, di 77 anni, rimase vivo per miracolo grazie all’intervento di un carabiniere. Nei giorni scorsi il deposito delle 38 pagine di motivazioni della Corte che a ottobre aveva condannato a 8 anni, con le attenuanti generiche, Bergonzoni, imputato di omicidio volontario pluriaggravato. Ma il finale era stato un altro, chiesto dal pm Marco Forte e dalla difesa del pensionato: il reato venne derubricato a omicidio del consenziente, uno dei primi casi italiani. Perché Maria Rosa, da tempo malata, implorava il suo Mauro di ucciderla. "Certa – scrivono i giudici – la volontà di entrambi e la configurabilità dell’esito finale".

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