FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Pensionata insulta Mattarella online. Il giudice: “Invettiva da osteria, non attentato”

La donna ha patteggiato sei mesi per l’offesa al presidente, ma è stata prosciolta dalle accuse più gravi per le quali rischiava fino a 15 anni di prigione

La settantatreenne aveva scritto una frase oltraggiosa al Presidente della Repubblica nel 2018 (foto d'archivio)

La settantatreenne aveva scritto una frase oltraggiosa al Presidente della Repubblica nel 2018 (foto d'archivio)

Bologna, 11 giugno 2024 – “Leonessa” da tastiera a 73 anni. Una pensionata bolognese ha patteggiato una condanna a sei mesi (in abbreviato, con sospensione condizionale e riconoscimento delle attenuanti generiche) per offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel 2018, tramite un post su Facebook.

Ma è stata prosciolta dalle altre due, più pesanti, accuse: attentato alla libertà individuale del Presidente e istigazione a delinquere. Questo perché, secondo il giudice Sandro Pecorella, il messaggio “pur rozzo” della signora sui social network non poteva certo influenzare davvero il presidente, impegnato in quei giorni a formare il governo cosiddetto ‘giallo-verde’, compromettendone la libertà.

Né poteva istigare qualcuno ad agire contro di lui, essendo quella frase "chiaramente percepibile per quello che è: un’invettiva da osteria, senza reale possibilità di essere presa sul serio benché effettuata con un mezzo che permette di raggiungere moltissime più persone di quelle che starebbero in un’osteria”.

I fatti. Era il maggio 2018. La signora scriveva sotto un post relativo alle consultazioni del presidente Mattarella, che stava appunto nominando i ministri del governo Conte: “Ti hanno ammazzato il fratello, c... Non ti basta?”. Un richiamo all’omicidio di Piersanti, assassinato nel 1980 per volere dei boss mafiosi di ‘Cosa nostra’ mentre governava la Sicilia. Dopo quel post scattano querela e processo, iniziato a Palermo e trasferito poi per competenza territoriale sotto le Torri. Processo con rito abbreviato condizionato all’acquisizione tra l’altro di una lettera di scuse della pensionata al presidente Mattarella.

“Dopo un percorso giudiziario lungo e accidentato – così l’avvocato della donna, Luca Camaggi – la mia assista riacquista almeno in parte la propria tranquillità, vedendosi dichiarare innocente rispetto alla gravissima accusa di aver commesso il reato di attentato al Presidente della Repubblica, oltreché di istigazione a delinquere. Quell’imputazione non rispecchiava il reale disvalore dei fatti contestati, un reato di rarissima applicazione nella storia repubblicana. Non è stato semplice convivere con un’imputazione di questo genere, che prevedeva in astratto una pena sino a 15 anni; ora la signora si augura di poter vivere serenamente e in modo riservato la propria vita e i propri affetti come farebbe qualsiasi persona di settant’anni”.