MONICA RASCHI
Cronaca

Porte aperte a Medicina: "Servono docenti e spazi"

Lanari, direttore di Pediatria del Sant’Orsola, sullo stop al numero chiuso alla facoltà .

Il professor Marcello Lanari

Il professor Marcello Lanari

Bologna, 28 aprile 2024 – Niente più numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina. Chiediamo cosa ne pensa Marcello Lanari, direttore della Pediatria del Sant’Orsola e docente.

Professore, cose ne pensa dell’annunciata riforma?

"Per prima cosa dovremo individuare spazi e docenti per far fronte a un impatto così elevato di nuovi studenti per il primo semestre e anche per il successivo. Cosa che al momento non appare così facile: le aule a disposizione dei corsi sono scarse e i docenti sono in numero molto ridotto rispetto solo a qualche anno fa. Noi stessi a Pediatria siamo un terzo di quelli che eravamo una decina di anni fa".

Cosa la convince di più nel testo base della riforma?

"Certamente la proposta di orientare i ragazzi già negli ultimi anni della scuola superiore per identificare quelli che hanno maggiore attitudine a fare un lavoro che è molto particolare. La dose di attenzione al sociale e di empatia sono peculiari in questa nostra professione. Sono d’accordo anche sul fatto che i test come sono stati ideati in questi anni non identificano la persona che abbia le potenzialità per diventare un buon medico. Servono test maggiormente orientati".

L’aspetto che invece non la convince?

"Immaginare che questa riforma porti a una buona riorganizzazione dei servizi ai cittadini, in particolare nei settori maggiormente carenti come ad esempio i Pronto soccorso, Anestesia-rianimazione, la stessa Pediatria. Il rischio forte è che ci si ritrovi ad avere tanti aspiranti dottori che scelgono specializzazioni magari remunerative, ma che non coprono le aree carenti per il servizio ai cittadini".

Come si può fare per incentivare gli studenti a scegliere le specialità delle quali c’è veramente bisogno?

"Inizierei intanto da chi si è già laureato in Medicina e chirurgia con un incentivo economico, una maggiore tutela della professione, compresa quella legale e un aumento deciso delle assunzioni. Il burnout avviene anche perché gli organici sono troppo ridotti".

Quindi via il tetto alle assunzioni?

"Via subito, non tra un anno. Via subito, anche se contingentato. Altrimenti i professionisti se ne vanno".

Resta il problema delle scuole di specializzazione. Era meglio riformare solo quelle?

"Le due cose non possono essere disgiunte. Ma, per evitare il collo di bottiglia che c’è dopo i sei anni di corso, bisogna dare risposte subito".

Come vede gli studenti di Medicina di questi ultimi anni?

"Sono più attenti alla qualità di vita che andranno a costruire rispetto a noi, ma preparatissimi, motivati e con percorsi formativi molto interessanti".