PATRICK COLGAN
Cronaca

Raddoppio della linea ferroviaria Bologna-Castel Bolognese: espropri, viadotti e impatto. Il no dei sindaci

Molti amministratori locali hanno già scritto a Rfi: "Noi esclusi dalla progettazione: fermatevi". La Regione tenta la mediazione, in ballo c’è la maxi opera tra Bologna e Castel Bolognese

Il raddoppio della linea ferroviaria Bologna-Castel Bolognese

Il raddoppio della linea ferroviaria Bologna-Castel Bolognese

Bologna, 7 giugno 2024 – La ferrovia fra Bologna e Castel Bolognese (Ravenna) deve raddoppiare. È uno dei primi tasselli di un potenziamento dell’intero tracciato adriatico, che arriva attraverso Marche e Abruzzo fino in Puglia. L’investimento per i lavori, previsti già nel 2026, è di 3,6 miliardi e se l’obiettivo europeo e ‘green’ di rafforzare il trasporto ferroviario è più o meno condiviso da tutti, a sindaci, cittadini che raccolgono firme e agricoltori di Coldiretti che protestano, non vanno giù i tre progetti proposti finora e, soprattutto, il metodo. I temi caldi sono l’impatto dei grandi viadotti previsti in alcune ipotesi, il consumo di suolo, in particolare agricolo, gli espropri di zone edificate. Ma i sindaci dei sette comuni attraversati dalla linea dicono anche di aver visto i progetti solo a cose fatte. I primi cittadini, in testa quello della Città Metropolitana di Bologna, Matteo Lepore, hanno così scritto una lettera a Rete ferroviaria italiana chiedendo maggiore coinvolgimento e di considerare un’ipotesi alternativa.

L’intervento sul tratto ferroviario in questione che collega Emilia e Romagna fa parte del progetto comunitario ‘Trans European Network’ (interseca in particolare i corridoi Scandinavia-Mediterraneo e Baltico-Adriatico). L’obiettivo che riguarda la linea Bologna-Castel Bolognese è separare la linea storica (quella esistente) e quella riservata a merci e alta velocità. In questo modo si potrebbero garantire – sostiene Rfi – più treni per i cittadini sulla linea ’storica’, ora al limite della capacità, e rendere più efficiente e conveniente il trasporto merci.

Tre le opzioni presentate da Rfi ai cittadini in una serie di incontri pubblici on line (tutti i materiali sono disponibili sul sito www.dpbolognacastelbolognese.it ). La prima è in affiancamento all’autostrada A14, la seconda corre invece più a sud, mentre la terza opzione si discosta nettamente più a nord.

La prima ipotesi, in affiancamento all’A14, è quella sulla quale si è concentrato gran parte del dibattito e prevede, per oltrepassare gli svincoli e le diramazioni autostradali, imponenti viadotti alti ben 18 metri che inizierebbero dopo San Lazzaro di Savena. Ma anche le altre avrebbero un impatto forte. Per il sindaco di Bologna, Lepore, la soluzione, già scartata dalle Ferrovie in una fase preliminare, è quella dell’allargamento dei binari lungo il tracciato già esistente: "Riteniamo necessario che nel procedimento di discussione pubblica dello studio preliminare – ha scritto in una lettera alla Regione – venga presentata con lo stesso grado di approfondimento delle alternative. Avrebbe il vantaggio di portare l’Alta Velocità in posizione accessibile dalla stazione di Imola e di ridurre l’impatto paesaggistico, ambientale e probabilmente anche sociale sul territorio".

A Imola i cittadini hanno già raccolto 600 firme per chiedere di fermare l’iter. E ieri in consiglio comunale il sindaco Marco Panieri ha rimarcato la necessità di un maggiore dialogo con le Ferrovie: "Siamo noi ad avere aperto il dibattito in città. Altri sapevano già dal marzo scorso, mentre Imola e gli altri Comuni non sono stati coinvolti nella fase preliminare del progetto – ha ribadito -. Siamo stati informati a cose fatte e questo ha creato un giustificato allarme da parte dei cittadini e delle attività produttive". Panieri ha chiesto di allungare il periodo previsto per le osservazioni.

Sullo stesso tema batte anche la sindaca del comune bolognese di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti: "Abbiamo senz’altro bisogno di investire sul potenziamento delle ferrovie, anche per ridurre il traffico veicolare – afferma –, ma la cosa che sorprende è che i Comuni non siano stati coinvolti né avvisati in una fase preliminare. I progetti proposti sono a forte impatto paesaggistico e ambientale e incidono sul territorio. Il nostro auspicio è che si possa ripartire assieme ai progettisti e che ci possa essere un approfondimento sull’ipotesi di allargamento del tracciato esistente".

«Nessun progetto sarà calato dall’alto", precisa l’assessore regionale a Infrastrutture e Mobilità, Andrea Corsini, che ne ribadisce però l’importanza: "Abbiamo bisogno di fare un salto di qualità per guardare all’Europa e al futuro in modo responsabile e costruttivo: è un’occasione unica per sviluppare l’alta velocità lungo la dorsale adriatica, potenziare i treni regionali e il trasporto merci". E aggiunge: "Dovranno essere fatte valutazioni approfondite di tutte le soluzioni, compresa quella in affiancamento alla linea storica. Serve la collaborazione di tutti, Rfi, enti locali e soggetti interessati, e per questo ho chiesto di allungare i tempi del dibattito e di convocare un tavolo di confronto anche per dar modo, alle amministrazioni che si insedieranno dopo le elezioni, di esprimere le proprie valutazioni".