Scritte anarchiche, Lepore in aula a settembre

È partito il processo che vede imputati tre attivisti di area anarchica accusati di minacce nei confronti del sindaco Matteo Lepore e imbrattamento. Si tratta di un ragazzo e una ragazza di 29 anni e di un altro giovane di 24, difesi dagli avvocati Mattia Maso, Daria Mosini ed Ettore Grenci.

Il primo cittadino, attraverso il suo avvocato Tommaso Guerini, si è costituito parte civile e sarà sentito in aula il prossimo 29 settembre. I fatti risalgono al 22 maggio scorso quando, dopo lo sgombero dell’immobile occupato dal gruppo antagonista Xm24 e dal collettivo Bancarotta in via Zago (l’occupazione dello stabile durò per poco più di un mese), apparvero alcune scritte su colonne e muri del centro storico.

In quell’occasione, secondo le indagini coordinate dal pubblico ministero Stefano Dambruoso, il ventinovenne, con il volto coperto e insieme a un’altra donna non identificata, avrebbe usato la bomboletta spray prima sul muro di un immobile in via Sigismondo poi su una colonna del portico di via Indipendenza, mentre gli altri due facevano da palo per segnalare l’eventuale arrivo di forze dell’ordine.

Tra le scritte apparse contro l’inquilino di Palazzo d’Accursio anche ‘Lepore nel cofano 180 in curva’ seguita dalla A cerchiata, simbolo anarchico.

c. c.