FEDERICA GIERI SAMOGGIA
Cronaca

Scuole elementari Armandi Avogli, il progetto prevede anche l’abbattimento di un Cedro dell'Himalaya

Operazione da oltre 3 milioni di euro, per realizzare la nuova struttura bisognerà dire addio a 15 piante; ne saranno piantumate per compensazione 32. La consigliera Zuntini: “La Giunta Lepore continua con le sue azioni falsamente ‘green’”

Scuole elementari Armandi Avogli: ecco come saranno al termine dei lavori; nel riquadro, la consigliera Manuela Zuntini

Scuole elementari Armandi Avogli: ecco come saranno al termine dei lavori; nel riquadro, la consigliera Manuela Zuntini

Bologna, 19 gennaio 2024 - C’è anche una pianta “di grande rilevanza” ovvero di un prezioso Cedro dell'Himalaya tra le 15 che l’Amministrazione abbatterà per costruire le nuove elementari Armandi Avogli in via Saragozza 238. Un’operazione da 3.300.000 euro che, grazie al Pnrr, permetterà di demolire e ricostruire la storica elementare, ora traslocata al polo Carracci in via Felice Battaglia.

Un cantiere che, per tirare su la nuova scuola, prevede l’abbattimento di 15 piante (oltre al cedro, 2 di prima classe, 5 di seconda classe e 7 di terza classe) e, per compensazione, la ripiantumazione di 32.

Un calcolo che finisce in una delibera, a firma della vicesindaca Emily Clancy che ha la delega all’ambiente, che la Giunta sottopone al via libera del Consiglio comunale. Un delibera obbligatoria a causa, spiega l’Amministrazione, “dell'abbattimento per motivi edilizi dell'esemplare di grande rilevanza” per cui occorre un “assenso in deroga al Regolamento Edilizio”.

In particolare le 32 nuove alberature, si legge nella delibera, sono classificate in questo modo: “8 di prima classe (3 Lecci e 5 Cipressi), 10 di seconda classe (3 Carpini, 3 Aceri, 4 Frassini) e 14 di terza classe (4 Lagerstroemia, 3 Corbezzoli, 7 Siliquastri); oltre ad essere specie con buona resistenza allo stress idrico, hanno proprietà medio-alte di assorbimento di inquinanti gassosi e capacità di trattenimento di polveri sottili; nella scelta delle essenze si sono privilegiate altresì, in relazione alle esigenze di mitigazione della radiazione solare, specie con bassa percentuale di trasmissione estiva ed alta percentuale invernale”.

Nel complesso, precisa l’Amministrazione, “se confrontiamo lo stato di fatto con quello di progetto, relativo all'insieme degli interventi sul sistema edificio-impianti tecnologici-spazio esterno, emerge un saldo climatico estremamente positivo, con particolare riferimento al bilancio emissivo. Infatti l'abbattimento è di quasi il 93% delle emissioni di CO2 rispetto all'edificio esistente. In termini di CO2 c’è la riduzione di quasi 39 ton/anno di CO2 del nuovo edificio rispetto al precedente equivale, per fare un paragone, ad una prestazione annua media che potrebbe essere fornita dalla nuova piantumazione di 400 alberi adulti”.

Addio, però, al Cedro dell’Himalaya. Un giro di ruspa che fa arrabbiare la consigliera di Fd’I, Manuela Zuntini: “Nonostante le forti proteste dei cittadini per il caso del parco Don Bosco, sacrificato per fare spazio alla nuova media Besta e alla Linea rossa del tram, la Giunta Lepore continua con le sue azioni falsamente ‘green’. È incredibile che abbiano il coraggio di chiedere al Consiglio il permesso abbattere altri alberi per costruire le nuove Armandi Avogli e di derogare al regolamento edilizio e del verde per poter abbattere persino un albero di grande rilevanza, peraltro tutelato dal regolamento e che non può essere abbattuto per motivi edilizi. Le solite promesse fatte dalla maggioranza di rinverdimento delle aree ora cementificate e di nuove piantumazioni non bastano, le politiche anche di edilizia scolastica del Comune non possono continuare a consumare suolo e ad ignorare il già poco verde esistente in città”.