Ha raccontato il trionfo dell’Italia agli ultimi Europei ai microfoni della Rai. "E quanto sta facendo il Bologna è impresa paragonabile a quella degli Azzurri, altrettanto inaspettata e per questo emotivamente intensa ed entusiasmante. Di paragonabile c’è un gruppo che sta andando oltre il valore di ogni singolo. Anche se, ovviamente, è di club e contesto quotidiano che si parla nel caso del Bologna". Parola di Katia Serra, ex calciatrice di primissimo livello e opinionista televisiva.
Serra, cosa l’ha colpita della vittoria di Roma?
"L’autorità con cui i rossoblù hanno giocato, la voglia di prendersi rischi senza mai scomporsi. Autostima e cinismo, perché il Bologna è diventato anche spietato, come solo le big sanno essere".
Per la Champions è fatta o si corre il rischio rovinare tutto dandola per certa prima del tempo?
"È il momento di tenere alta la tensione e pensare solo all’Udinese, che è fresca di cambio in panchina e in cerca di una scossa per la salvezza. Ma il Bologna mi sembra lanciato, per me ormai arriva in fondo. E, più che guardarsi le spalle, guarderà avanti e al terzo posto. Thiago e la squadra hanno già espresso il concetto che è ancora lunga: dopo una vittoria così, un bel segnale di maturità".
A proposito: qual è il manifesto della maturità rossoblù?
"Il Bologna sale di livello nelle partite che contano di più. E poi è camaleontico, cambia uomini, ma non spartito, tutti si calano alla perfezione nel sistema. A Roma era la prima senza Ferguson, il capitano: è arrivata una prova di forza e uno dei migliori è stato El Azzouzi, il suo sostituto, che non giocava da due mesi. Quando Thiago chiama, tutti si sentono pronti. Il Bologna è una squadra che conosce il proprio potenziale, ma non ancora i propri limiti: nel senso non si è ancora capito se e quando finirà la crescita di singoli e squadra".
Le facce da Champions del Bologna?
"Dico l’asse centrale: Ferguson, Beukema, Calafiori, Freuler, Zirkzee e pure Lucumi".
A proposito di forza e solidità: terza miglior difesa.
"Me la cavo con una battuta: dietro, anche se manca un uomo, non dici mai aiuto. Ma la cosa incredibile è che hai questi numeri essendo una squadra che gioca attaccando. Segno che la fase difensiva è della squadra intera".
Tra i maestri di Thiago ci sono Gasp, che ha aperto un ciclo all’Atalanta, e Mourinho, che salutò l’Inter dopo il Triplete ritenendo che non si potesse fare di più. Cosa farà Thiago secondo lei?
"Posso dire cosa mi augurerei: ovvero che aprisse un ciclo a Bologna. E posso dire cosa temo: che uno di natura così ambiziosa voglia nell’immediato un salto di qualità, che si sta meritando e conquistando sul campo. Nel caso spero vada all’estero, perché da bolognese vederlo su un’altra panchina in Italia mi farebbe effetto".
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro