Strage di Bologna: l'ex moglie di Paolo Bellini in aula: "E' lui"

La donna ha confermato in aula che quello nel video è l'ex Primula Nera. "Gli ho fornito un alibi, ho mentito"

L’ex di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini è accusato di essere il quinto esecutore

L’ex di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini è accusato di essere il quinto esecutore

Bologna, 21 luglio 2021 - “È mio marito, è Paolo. Si vede dalla fossetta nella parte bassa del viso, aveva i capelli più indietro, ma è lui”. Così in aula la ex moglie di Paolo Bellini, Maurizia Bonini, sentita come teste nel processo ai mandanti della Strage del 2 Agosto 1980 alla Corte d’Assise.

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Bellini è accusato di essere il “quinto uomo” della bomba in stazione. Alla donna e all’aula è stato mostrato qualche secondo del video “super 8” registrato il giorno della strage, poco dopo l’esplosione della bomba, da un turista straniero, e che è uno degli elementi principali dell’accusa contro Bellini. Nel video e in alcuni dei suoi fotogrammi si inquadra un uomo con i baffi. “È Paolo, la parte inferiore del viso è chiara. Non credevo avesse fatto una cosa del genere. Mi ha detto tante bugie, mi ha ingannata, a me e a tutti quanti”.

La donna nel 1983 aveva fornito l’alibi a Bellini, dicendo che alle 9.30 di mattino si erano visti a Rimini per andare insieme in vacanza al Tonale. “Ho mentito, pensavo lo volessero incastrare e volevo proteggerlo. Mi dispiace”, ha detto oggi in aula Bonini.

La ex moglie di Paolo Bellini racconta perché ad agosto 2019, interrogata dalla Procura generale, disse che l’uomo nel video “Assomiglia a Paolo, ma non mi sembra lui”. “In realtà l’avevo riconosciuto subito, ma non volevo accettare la realtà. Mi sono aggrappata al particolare della catenina, che lui portava sempre e nell’immagine non vedevo. Ma era lui, quando l’ho visto al telegiornale la prima volta il mio cuore ha fatto un balzo”. A suggerirle l’orario dell’appuntamento a Rimini, per fornire un alibi al marito, sarebbe stato il padre di Bellini, Aldo, di cui Bonini dice: “Incuteva timore”.

Resta così la domanda su dove fosse la nipote Daniela, all’epoca bambina, mentre Bellini si trovava in stazione: “Non lo so, mia nipote non lo ricorda. Ma so per certo che benché in ritardo arrivò a Rimini con lui, e che mia cognata gliel’aveva portata a Scandiano (in provincia di Reggio Emilia, ndr) alle 6 del mattino del 2 agosto”.

Ultima teste di oggi, la figlia di Paolo Bellini, Silvia, oggi 50enne, che ha cambiato cognome in Bonini (come la madre). Dopo avere risposto alle domande della Procura generale e delle parti, la donna ha tenuto ad aggiungere: "Mi trovo a questo processo come testimone e vorrei dire a tutti che è stata una mia decisione venire qui. Questa storia ha scombussolato la mia vita e la famiglia che mi ero creata. Ho deciso di venire perché ritengo sia giusto dare una testimonianza per una cosa così grave, ma soprattutto perché penso anche alle persone, alle vittime. Al di là di quello che sarà l'esito di questo processo, io, nonostante sia figlia di Paolo Bellini, vado a testa alta, perché la mia vita è completamente diversa dalla sua. Voglio anche dire che spero veramente che tutte queste testimonianze possano fare luce per dare giustizia a tutte le vittime. Per me la famiglia è stata una grande sofferenza, ma sono qua anche per i familiari delle vittime. Avrei potuto avvalermi della facoltà di non rispondere, ma ho una coscienza. Siamo tutti toccati da questa storia"

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