CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Bologna, lo stupratore di via Riva Reno condannato a nove anni

L’episodio lo scorso anno: i giudici stabiliscono l’aumento della pena per un tanzaniano. La vittima: "Verdetto che dimostra l’importanza di non avere paura. Serve denunciare: la legge ci aiuta"

La sentenza dopo la violenza di via Riva di Reno dello scorso anno: è arrivata la condanna per Kenya Kamunyu Ndiye, un tanzaniano di 39 anni

La sentenza dopo la violenza di via Riva di Reno dello scorso anno: è arrivata la condanna per Kenya Kamunyu Ndiye, un tanzaniano di 39 anni

Bologna, 13 ottobre 2023 – Da tentativo di stupro a violenza sessuale consumata. Il processo di primo grado per l’aggressione avvenuta a settembre 2022 in via Riva di Reno ai danni di una trentenne, è finito con la condanna a 9 anni di reclusione per Kenya Kamunyu Ndiye, un tanzaniano di 39 anni, difeso dall’avvocato Simone Mazza.

L’uomo, senza fissa dimora, era accusato di aver aggredito la ragazza mentre stava rientrando a casa a piedi, intorno alle 5 di mattina. Ieri in udienza, prima della vittima, è stato sentito uno dei poliziotti a cui la giovane, senza dubbio e nell’immediatezza, dichiarò di aver riconosciuto nel tanzaniano il proprio aggressore. La violenza si è consumata nell’androne di casa della ragazza: il trentanovenne le è saltato addosso alle spalle, l’ha trascinata all’interno del condominio, buttandola a terra e strappandole i vestiti, per poi tentare di abusare di lei.

Ma la ragazza si è difesa con le unghie e con i denti colpendo il suo aggressore e urlando a squarciagola. Al momento dell’arresto, infatti, il tanzaniano è stato trovato con un morso al labbro, quello che gli aveva dato la vittima per sottrarsi al tentativo di lui di baciarla.

In udienza, il pm Augusto Borghini ha chiesto 4 anni e 6 mesi di reclusione non ritenendo compiuta la violenza, ma solo tentata. Diversa la versione dell’avvocato della vittima, Gino Moroni, che nella sua arringa difensiva ha insistito sul fatto che la violenza sia stata a tutti gli effetti consumata. E il collegio di giudici, presieduto dal presidente Mirko Stifano, gli ha dato ragione.

"Sono molto soddisfatto – ha detto il legale al termine dell’udienza – del risultato ottenuto. Non era affatto scontato viste le difficoltà incontrate in ambito probatorio. Abbiamo portato avanti la tesi secondo cui c’è stato un grave fatto di violenza sessuale consumata e sono contento che sia stata accolta dal collegio giudicante".

Soddisfazione anche nelle parole della vittima che ha parlato fuori dall’aula: "Sono molto contenta – ha detto la trentenne – di come è finita tutta questa storia, soprattutto in un periodo come questo dove molte volte è la donna quella colpevolizzata. È importante riuscire ad avere una vittoria perché così si sa che la legge ci aiuta e che non deve esserci paura nel denunciare una violenza per il timore di non essere aiutate come si deve. La paura credo che vada affrontata e combattuta sia per avere giustizia sia per poterci, in qualche modo, supportare a vicenda".

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