Lampioni e ville che non t’aspetti, tracce di liberty sotto le Torri

Alla ricerca di dettagli artistici in giro per la città, quel lampione in ferro battuto all’angolo fra piazza Nettuno e via Rizzoli e l’idea dell’ex sindaco Merola di collegarlo alle sale parto degli ospedali: ogni volta che fosse nato un bambino, la luce avrebbe lampeggiato

Lampione in ferro battuto in piazza Nettuno

Lampione in ferro battuto in piazza Nettuno

Bologna, 22 marzo 2024 – Tante tracce liberty sparse nella città. Le andiamo a cercare nella puntata del podcast di oggi, scaricabile sul nostro sito o sulle principali piattaforme di ascolto. Partendo da una suggestione: quel lampione in ferro battuto all’angolo fra piazza Nettuno e via Rizzoli che è legato anche a una vicenda di qualche anno fa.

Realizzato nel 1920 (è attribuita a Gaetano Samoggia) venne collocato dopo il restauro di Palazzo Re Enzo. Alla fine del 2011 fu oggetto di restauro, curato dall’architetto Francisco Giordano.

In città se ne parlò molto, anche perché poco dopo, eravamo proprio alla fine di marzo del 2012, l’allora sindaco Virginio Merola lanciò un’idea: quella di collegare le sale parto degli ospedali Sant’Orsola e Maggiore al lampione. Ogni volta che fosse nato un bambino, la luce avrebbe lampeggiato.

La suggestione era venuta da un viaggio del primo cittadino a Gent, in Belgio: lampade e lampioni della centralissima piazza erano collegati ai reparti di maternità degli ospedali e si illuminavano a ogni nascita.

La giunta diede il via libera all’operazione, ma alla fine il progetto non fu concretizzò. A guidarci nelle preziose testimonianze del liberty cittadino sarà Beatrice Buscaroli, storica dell’arte e docente universitaria. Dai villini fra via Andrea Costa e Saragozza, all’affascinante testimonianza della Casa farmacia Alberani all’angolo fra le vie Castiglione e Farini. Si cita anche la data 1909: nell’anno del Futurismo, un nuovo stile è già nell’aria.