FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Violenza in via Riva Reno a Bologna, non ci fu minorata difesa. E arriva lo sconto di pena

La vittima, esperta di arti marziali, era riuscita a mettere in fuga l’uomo In primo grado l’aggressore condannato a 9 anni, scesi in Appello a 6 e mezzo

Violenza di via Riva Reno a Bologna, in primo grado l'aggressore condannato a 9 anni, scesi in appello a 6 e mezzo (foto generica)

Violenza di via Riva Reno a Bologna, in primo grado l'aggressore condannato a 9 anni, scesi in appello a 6 e mezzo (foto generica)

Bologna, 7 giugno 2024 – Lo scorso ottobre era stato condannato in primo grado a nove anni per violenza sessuale consumata, Kenya Kamunyu Ndiye, un tanzaniano di 39 anni accusato dell’aggressione avvenuta a settembre 2022 in via Riva di Reno ai danni di una trentenne.

Ora, in Appello, la pena è stata ridotta a sei anni e mezzo. La Corte infatti ha fatto cadere l’aggravante della minorata difesa della vittima, che, esperta di arti marziali, quella sera si difese strenuamente.

L’uomo, senza fissa dimora e difeso dall’avvocato Simone Mazza, era accusato di aver aggredito la ragazza mentre stava rientrando a casa a piedi, intorno alle 5 di mattina. La violenza si era consumata nell’androne di casa di lei: il trentanovenne le era saltato addosso alle spalle, l’aveva trascinata all’interno del condominio per poi buttarla a terra e strapparle i vestiti. A quel punto aveva tentato di abusare di lei, ma lei lo aveva colpendo e morso al labbro, urlando a squarciagola finché lui non si era allontanato. Era stato arrestato poche ore dopo, riconosciuto in strada da un poliziotto e poi dalla vittima stessa. La difesa della giovane, avvocato Gino Moroni, aveva insistito sul fatto che la violenza fosse stata a tutti gli effetti consumata e il collegio dei giudici di primo grado le aveva dato ragione.

L’avvocato della difesa nei giorni scorsi aveva provato a fare un concordato in appello, accolto dalla Procura generale ma non dalla corte d’appello, che ha appunto fissato l’udienza per ieri mattina. Il procuratore ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado, così come l’avvocato della giovane, mentre la difesa dell’imputato ha insistito nella richiesta di riqualificare il fatto in tentativo di violenza e di escludere l’aggravante della minorata difesa. Solo la seconda di queste due istanze è stata accolta dai giudici.

“Nonostante sia stata eliminata l’aggravante della minorata difesa, ci riteniamo soddisfatti del risultato, posto che il fatto non è stato riqualificato in tentativo di violenza, confermandosi così l’ipotesi di violenza consumata da noi da sempre affermata”, dice l’avvocato Moroni, per la vittima.