Patrick Zaki: "Io, censurato da Meta"

A scriverlo sul suo profilo Instagram è lo stesso attivista e ricercatore egiziano, bolognese di adozione, a corredo del post cancellato, datato 29 maggio. “Sconcertante il tentativo di reprimere qualsiasi video che accusi il governo israeliano”

Il post cancellato sul profilo Instagram di Patrick Zaki

Il post cancellato sul profilo Instagram di Patrick Zaki

Bologna, 30 maggio 2024 – “Sono profondamente turbato dalla recente censura dei miei video da parte dell’azienda Meta Instagram, in cui ho condiviso filmati e informazioni sulla strage di Rafah. A scriverlo sul suo profilo Instagram è Patrick Zaki, a corredo del post cancellato, datato 29 maggio. L’attivista e ricercatore egiziano, bolognese di adozione, non è nuovo a interventi in difesa del popolo palestinese nei suoi profili social. 

“È sconcertante vedere che i miei contenuti sono stati rimossi sotto il pretesto delle politiche di Meta, quando il vero motivo sembra essere il loro tentativo di reprimere qualsiasi video che accusi il governo israeliano”, aggiunge l’attivista. E continua: “La strage di Rafah è stata un evento tragico che ha causato la perdita di vite innocenti, ed è importante che il mondo sia a conoscenza di tali atrocità. Rimuovendo i miei video, Meta sta zittendo le voci di coloro che cercano giustizia e responsabilità per le vittime di questo atto aberrante – si legge ancora -. La censura serve solo a perpetuare il ciclo di violenza e ingiustizia, ed è fondamentale che piattaforme come Meta permettano un dialogo aperto e la condivisione di diverse prospettive. È deludente vedere un’azienda che privilegia gli obiettivi politici rispetto alla libertà di espressione e alla ricerca della verità”. E infine un invito a Meta: “Esorto Meta a riconsiderare la loro decisione e a consentire la diffusione di informazioni sulla strage di Rafah e su altre questioni importanti che meritano attenzione globale. Non possiamo voltare le spalle all’ingiustizia, ed è imperativo che continuiamo a denunciare l’oppressione e le violazioni dei diritti umani, indipendentemente dagli ostacoli che potremmo incontrare”.