BENEDETTA CUCCI
Cultura e spettacoli

Tarocchino bolognese, la storia oggi nel podcast

L’origine e i segreti del gioco di carte che ha appassionati in tutto il mondo In un libro lo sforzo per difenderne il primato rispetto a quello marsigliese

Il tarocchino bolognese

Il tarocchino bolognese

Bologna, 17 aprile 2023 –  Ha interessato studiosi e fatto innamorare giocatori di tutto il mondo, ma in città il Tarocchino Bolognese è stato a lungo la star delle osterie, come spesso succedeva con i giochi di carte.

E la sua arte è stata tramandata, dove possibile, anche nelle famiglie bolognesi. Tra i celebri cultori si ricorda Francesco Guccini, incoronato presidente onorario dell’Accademia del Tarocchino Bolognese, nata a fine anni Novanta per divulgare e preservare il gioco di carte: inizò a giocare arrivato a Bologna e girò parecchie osterie, prima di approdare da Vito, dove sfidava anche Lucio Dalla.

Nel podcast Il Resto di Bologna di oggi, ascoltabile gratuitamente sul nostro sito e su Spotify, raccontiamo questo gioco di carte, modificazione del gioco dei tarocchi a opera dei bolognesi. Ma come avvenne? Sono tante le storie.

Si dice arrivasse da Ferrara, ma anche che fu un nobiluomo, il principe Francesco Antelminelli Castracani Fibbia (1360-1419), rifugiatosi a Bologna alla corte dei Bentivogli agli inizi del XV secolo, a inventarlo. L’archivio dei Fibbia andò distrutto in un rogo avvenuto nella sagrestia della chiesa di San Giovanni Battista dei Celestini, dove la famiglia lo aveva depositato, per cui delle sue gesta non è rimasta alcuna testimonianza certa, se non un ritratto che si trovava all’interno del palazzo Fibbia in via Galliera 14, scomparso anni fa e mai più ritrovato. Nell’opera, dipinta nel Seicento, è raffigurato un uomo accanto a un tavolo dal cui bordo cadono alcune carte di un mazzo di tarocchi. Anche il nobiluomo tiene in mano delle carte. Nella parte inferiore del dipinto si legge una iscrizione nella quale il personaggio viene definito "inventore del gioco del tarocchino di Bologna".

La prima presenza accertata a Bologna del Tarocchino risale al 1459, ma è probabile che il gioco fosse già diffuso in città a partire dal 1435 e che la sua creazione sia databile anteriormente al 1420. È un mazzo regionale di Tarocchi che comprende solo 63 carte (62 tradizionali + un Jolly) invece di 78. Nel podcast ascolteremo anche Maria Luigia Ingallati, il cui primo libro risale al 2000 ’Il tarocco bolognese: l’arte della cartomanzia dall’antica tradizione popolare ai giorni nostri’, che ci racconterà di come e quando il Tarocchino Bolognese sia diventato divinatorio, del suo metodo di utilizzo oggi e del suo sforzo per difenderne il primato rispetto a quello marsigliese.