ALBERTO BIONDI
Economia

Intelligenza artificiale, Federico Faggin parla agli studenti: “Lavorare su coscienza e libero arbitrio per capire chi siamo”

Bologna, lezione magistrale dell’inventore del microprocessore e della tecnologia touch screen a oltre mille ragazzi delle superiori: “La macchina non ha e non avrà mai le proprietà che contraddistinguono l’uomo, in primis il nostro modo di pensare, apprendere e agire”

Bologna, 6 maggio 2024 – Si sente sempre più spesso parlare di intelligenza artificiale, oggi il tema è accostato a quello della coscienza e delle emozioni umane e una delle domande più spontanee è: potrà mai sostituire l’uomo nel campo del libero arbitrio? Secondo il professore Federico Faggin, l’inventore del microprocessore e della tecnologia touch pad e touch screen, non corriamo nessun pericolo perché “la macchina non ha e non avrà mai le proprietà che contraddistinguono l’uomo, in primis  il nostro modo di pensare, apprendere e agire. I computer non pensano, eseguono i comandi impartiti muovendosi tra i simboli per arrivare ad un risultato, il loro scopo è tutto lì”.

Federico Faggin, l’inventore del microprocessore e della tecnologia touch pad e touch screen (foto Schicchi)
Federico Faggin, l’inventore del microprocessore e della tecnologia touch pad e touch screen (foto Schicchi)

Un altro grande tema è l’applicazione di queste nuove intelligenze, i campi sono moltissimi e vanno dalla sanità all’organizzazione passando per, nel caso della Regione, ‘Savia’, un progetto che su iniziativa dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna utilizza sistemi di intelligenza artificiale nel supporto alla qualità delle leggi regionali. Bologna già da diversi anni è al lavoro per diventare la più importante Data Valley d’Europa, un esempio è ben rappresentato dal supercomputer ‘Leonardo’.

Ecco che allora, ancora una volta, il tema dello sviluppo dell’intelligenza artificiale e delle sue applicazioni torna in primo piano. Il professore ha poi concluso lanciando un appello ai più di mille studenti provenienti da trentacinque scuole secondarie di secondo grado dislocate in tutte le province dell’Emilia-Romagna, spronandoli a “lavorare sulla coscienza e sul libero arbitrio per capire chi siamo. Noi non siamo una macchina, siamo molto di più e dobbiamo riuscire a comprenderlo, solo così potremmo usare le macchine per il bene di tutti. I computer sono creati dall’intelligenza naturale, la nostra, che parte dalla coscienza, senza di essa si parla di coscienza artificiale che da sola non vale niente. C’è sempre l’uomo dietro all’apprendimento delle macchine e questo è e rimane un punto fondamentale”.

L’incontro, organizzato dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, ha lo scopo di offrire agli studenti una panoramica sulla rivoluzione scientifica dell’intelligenza artificiale e sulle sue implicazioni etiche, sociali ed economiche. Una preziosa occasione di riflessione e approfondimento sulle sfide e sulle opportunità che l’intelligenza artificiale comporta, con un invito a non disgiungere mai lo sviluppo scientifico-tecnologico dagli interrogativi di ordine etico e sociale. Partendo da un assunto: nemmeno la forma più evoluta di Intelligenza artificiale potrà mai sostituire l’uomo. Perché nell’essere umano esiste qualcosa di irriducibile al sapere delle macchine: la coscienza di sé, il libero arbitrio, il dubbio, i sentimenti.

Tra le 35 scuole che hanno preso parte alla lezione ben nove sono bolognesi: il Liceo Copernico, l’Istituto tecnico Aldini Valeriani, l’Istituto di istruzione superiore Rosa Luxemburg, le Scuole Manzoni, l’Istituto di istruzione superiore Belluzzi Fioravanti, il Liceo Artistico Arcangeli, l’Istituto di istruzione superiore Crescenzi Pacinotti Sirani, l’Istituto Enrico Mattei di San Lazzaro di Savena e l’Istituto di istruzione superiore Giordano Bruno di Budrio.

La lezione magistrale del professor Faggin conclude il primo anno di iniziative promosse dall’Assemblea legislativa sul tema dell’Intelligenza artificiale, con un’attenzione particolare alla formazione dei giovani, che hanno visto il coinvolgimento di duemila fra studenti e docenti delle scuole dell’Emilia-Romagna.

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