Quanto costa vivere a Bologna? Arriva l’inchiesta sociale di Cgil: a chi è rivolta

Il segretario Bulgarelli: “L’obiettivo è il coinvolgimento di cittadini, lavoratori, studenti e pensionati per costruire un punto di vista autonomo e indipendente sulle grandi trasformazioni della nostra città”

Una manifestazione Cgil a Bologna (foto di repertorio)

Una manifestazione Cgil a Bologna (foto di repertorio)

Bologna, 15 febbraio 2024 - Una inchiesta sociale per indagare sui costi della città, coinvolgendo abitanti, lavoratori, studenti e pensionati.

È questo che Cgil, insieme a Piazza Grande e ad Arci, ha creato per fotografare fedelmente lo stato economico e sociale di Bologna, restituendo una mappatura delle esigenze e delle fragilità che i cittadini hanno. L’obiettivo è “il coinvolgimento di cittadini, lavoratori, studenti e pensionati per costruire un punto di vista autonomo e indipendente sulle grandi trasformazioni della nostra città - commenta Michele Bulgarelli, segretario generale Cgil -, che rischiano di convertire le fragilità sociali in fratture. Non possiamo stare fermi a guardare”. Tramite le risposte del questionario, disponibile sulla piattaforma Cgil, si creerà una visione collettiva, capace di costruire una voce consapevole. “Porteremo l’inchiesta all’interno dei nostri circoli - dice Rossella Vigneri, presidente Arci -, sempre più frequentati e partecipati da tante persone e famiglie che fanno fatica ad accedere anche al mondo della cultura. Vengono nei nostri spazi perché i prezzi sono popolari. È importante raccogliere questi dati, dai quali si potrà costruire una mobilitazione su tanti temi, coinvolgendo anche i migranti: possiamo dare voce e rappresentanza alle loro istanze”. Anche Piazza Grande promuove il sondaggio. “Essere coinvolti vuol dire tenere presente anche quella parte di città che spesso non viene vista ed è emarginata, come le persone senza fissa dimora - racconta la presidente Ilaria Avoni -, che sono cittadini della città. Ma l’emergenza abitativa ora è preoccupante per tante persone, non solo per chi una casa non ce l’ha. Queste persone toccano temi che sono trasversali per tutti”.

La presenza degli studenti

Bologna è diventata un privilegio che gli studenti non si possono permettere”. Gli universitari sposano l’indagine della Cgil. “Ci sentiamo dati per scontati - Carlo Nadotti della Rete degli Universitari Udu -. Vogliamo ribaltare il luogo comune dello studente fannullone e fotografare con i dati la vita vera degli universitari. La casa è un’emergenza e spesso siamo costretti a lavorare per continuare a vivere e a studiare. L’università è un privilegio di pochi: a dimostrarlo sono le immatricolazioni che continuano a calare. Serve un welfare integrato per tutti”. Discorso che fila anche secondo Marianna Scarinci di Link Studenti Indipendenti. “Abbiamo bisogno di costruire una risposta collettiva che parta dal basso, per questo è importante che si coinvolga la componente studentesca, che vive il problema abitativo, sempre più grave in città - conclude Scarinci -. Gli studenti hanno il diritto di venire a studiare: non può essere negata questa cosa dai prezzi alle stelle”.

I temi

Processi di turistificazione, emergenza abitativa, privatizzazione dei servizi pubblici. I temi su cui battersi sono tanti, per questo “Cgil si è dotata di una piattaforma rivendicativa e contrattuale per promuovere nelle aziende e nel territorio accordi che redistribuiscano ricchezza lì dove si produce - continua Bulgarelli -, rinnovando i contratti esistenti, aumentando i salari e indirizzare una stagione di contrattazione con gli enti locali affinché si affronti il tema della rendita che cresce e che la ricchezza non transita più solo dall’Irpef, quindi dai redditi di lavoratori e pensionati, gli unici che pagano le tasse”.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro